Il sindaco Massimo Cacciari continua a rimanere sempre più isolato perché “loro” proprio non ne vogliono sentir parlare affatto dei rom. Sono “quelli della Lega Nord” che questa mattina a Mestre (Venezia) hanno sorpreso ancora una volta con uno dei loro classici blitz anti-nomade. Al centro della protesta la volontà leghista di bloccare “i lavori di costruzione di un campo rom finanziato dal Comune attraverso lo stanziamento di 2,8 milioni di euro”, dicono le principali agenzie di stampa. Sarebbe, invece, interessante, andare a controllare la provenienza di quei fondi, se sono italiani o europei. Non si riesce proprio a capire, infatti, come mai i Comuni italiani in molti casi non facciano richiesta dei fondi che comunque l’Ue mette a disposizione per l’integrazione di rom, sinti e camminanti.
Tornando all’episodio di questa mattina c’è da sottolineare che alla manifestazione, tra le trenta persone che hanno cercato di impedire l’avvio dei lavori (che avrebbero dovuto avere inizio già diversi giorni fa), era presente anche il parlamentare leghista Corrado Callegari.
La comunità di sinti a cui è destinato questo nuovo campo di sosta attrezzato vive a Mestre da decenni. Il Comune, proprio perché la comunità si è integrata nel tessuto sociale locale, vuole realizzazione piccoli moduli abitativi, ognuno con lo spazio per parcheggiare la propria roulotte. “Il sindaco di Venezia Massimo Cacciari – ha dichiarato il capogruppo della Lega in consiglio comunale, Alberto Mazzonetto – rinunci alla assurda costruzione di questo campo e si rivolga alla città. Chiediamo un referendum – continua Mazoneto – perché siano i veneziani ad esprimersi su un opera che costa denaro pubblico e che non va ad aiutare quei veneziani, almeno 2000, sotto sfratto o privi di casa che sono la vera emergenza abitativa della città”.
Possibile che nessuno si interroghi sull’eventualità che, come accennato prima, i fondi siano europei? E, qualora questi non lo fossero, perché nessuno chiede ai primi cittadini il motivo per cui, se ci sono dei soldi a disposizione, l’Italia non li chiede e continua ad attingere direttamente dalle tasche degli italiani? Se non conoscessimo bene i meccanismi nostrani, ci verrebbe quasi da pensare che così si è meno soggetti a controlli!