Con la sua proposta di accantonare la norma blocca-processi dando priorità al lodo Alfano, il ministro della Semplificazione legislativa Roberto Calderoli dimostra una volta di più di essere l´uomo della semplificazione tout court, il politico che cerca di sbrogliare le matasse e conciliare i diversi stati d´animo, così come, un´era politica fa, era capitato all´indimenticato Pinuccio Tatarella, ribattezzato ministro dell´Armonia del primo governo Berlusconi. Certo, l´armonia non si addice alla figura di Calderoli, uomo a cui piacciono le intemperanze verbali e il gusto della provocazione, anche quando non sarebbe necessario. Ma, negli ultimi anni, abbiamo assistito a uno sdoppiamento della figura di Calderoli, c´è il rude agitatore delle folle nei comizi padani e c´è l´accorto vicepresidente del Senato, ritenuto a destra come a sinistra, impareggiabile nel gestire il regolamento e l´ordine in Aula. C´è il politico cha fa scoppiare una mezza crisi internazionale indossando avventatamente una maglietta anti-islamica e, nello stesso periodo, c´è il tecnico che mette a punto un sistema elettorale, che, liste bloccate a parte, sembra aver ricompattato il Paese in due aree politico-culturali in grado di dare stabilità al sistema. E, tornando all´attualità, il ponte lanciato tra i duellanti sul tema dei processi a Berlusconi. Dare priorità al lodo Alfano, magari con una corsia preferenziale in Parlamento prima della sospensione estiva, e rinunciare alla blocca-processi può essere l´uovo di Colombo che fa ripartire il dialogo tra i poli, ora fermo. Se ciò accadrà grazie a Calderoli, spesso accusato a torto di estremismo, sarà una particolarità di cui rallegrarsi.
Renato d´Emmanuele