L’Europa si prepara ai fuochi di artificio. Queste, almeno, sono le aspettative dopo l’inizio scoppiettante del semestre a conduzione francese. Nicolas Sarkozy non ha mai fatto segreto della sua volontà di lasciare il segno durante i sei mesi della sua presidenza. Per l’occasione ha inaugurato un sito web nuovo di zecca e accreditato giornalisti da tutto il mondo; espressione della migliore grandeur francese. Ma il colpo grosso Sarkozy l’ha realizzato ieri, 13 luglio, una data storica.. A Parigi è nata l’Unione Mediterranea e conta 43 Stati membri, tra cui Francia, Portogallo, Spagna, Grecia, Cipro, Malta, Turchia, Libano, Israele e Autorità Palestinese, Egitto, Libia, Tunisia, Algeria, Marocco; tutti questi paesi hanno una cosa in comune, l’affaccio sul Mediterraneo e non è certo questione da poco. La strada dell’unificazione per inaugurare una zona di libero scambio commerciale e l’istituzione di una Banca Mediterranea era naufragata subito dopo la conferenza di Barcellona del 1995, a causa dei veti posti dalla Germania, ma anche dei timori della Turchia che temeva per il suo ingresso nell’Unione Europea e verso la quale il presidente Sarkozy si è sempre detto assai scettico. L’idea dell’Unione Mediterranea concepita a Barcellona lasciava il campo ostaggio di dubbi e paure tutte ‘europee’, soprattutto dei paesi nordici (quelli che si affacciano su altri mari) che temevano di vedersi sfilare l’opportunità di un rapporto privilegiato con l’Africa e con i paesi del Medio Oriente. L’idea di Sarkozy, davvero grande, è stata quella di lavorare affinché l’Unione si realizzasse all’interno dell’Europa, senza l’esclusione di alcuno Stato. Un patto che ridisegna concretamente gli equilibri geopolitici e che potrebbe risolvere molte questioni aperte che assillano la comunità Europea, a cominciare dai problemi dell’energia, ma anche la difesa e l’immigrazione. L’integrazione con i paesi dell’area maghrebina porterà infatti non solo ad una intensificazione dei flussi commerciali, ma anche ad una cooperazione per arginare la piaga dell’immigrazione clandestina e per coordinarsi su politiche migratorie più efficaci e più giuste. L’Africa ambisce a questo patto con l’Europa, e non a caso il Re del Marocco Mohamed IV giorni fa dichiarava che la “nuova intesa tra Europa e Africa avrà come faro il Mediterraneo”. Il vertice del 13 luglio, dunque, ha realizzato il grande sogno di Sarkozy. Vedere seduti allo stesso tavolo Israeliani e Palestinesi senza discutere dei territori e di Gaza è già un qualcosa che ha il sapore dello straordinario. Come se non bastasse, la nuova linea francese punta a stabilire dei rapporti ‘osmotici’ con i paesi medio-orientali, che saranno proattivi esattamente come l’Europa. Questo significa che gli investimenti non saranno a senso unico, ma per la prima volta saranno pienamente bilaterali e porteranno ad una stabilizzazione in tutta l’area, basata su un rapporto privilegiato euro-africano. L’Italia in tutto questo avrebbe un ruolo centrale, vista la sua posizione geografica ed il suo dialogo con i paesi maghrebini. Un’ottima occasione anche per noi, dunque, e non solo il grande sogno di Sarkò. Per fortuna – come diceva qualcuno – ci sono i francesi…
Anna Mazzone