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Pechino 2008: non scordiamo i diritti umani

Comprendiamo il business, comprendiamo i miliardi messi sul tavolo, comprendiamo l´importanza di rinnovare la solidarietà mondiale attraverso una serie di competizioni sportive, ma per favore, non facciamo finta che la Cina sia un paese pienamente democratico e che la questione dei diritti umani lì sia un´inezia da nascondere come polvere sotto il tappeto. E´ notizia di oggi che i giornalisti stranieri avranno un accesso “controllato” a Piazza Tien-an-Men, dove il 4 giugno 1989 si è consumata la mattanze degli studenti oppositori del regime comunista al potere da Mao in poi nel paese. Serve a poco la dichiarazione dei ristoratori cinesi che per “rispetto nei confronti degli ateleti occidentali” durante tutto il periodo delle Olimpiadi non serviranno carne di cane. Continueranno, invece, le esecuzioni sommarie, continuerà l´assedio militare del Tibet. Per questo motivo va tutto il nostro plauso al Ministro Giorgia Meloni che oggi, sulla scia della richiesta di Maurizio Gasparri, fa un appello agli atleti italiani affinchè boicottino almeno la cerimonia di apertura. Non si possono non giocare i giochi, ma ogni gioco ha le sue regole e la partita per il rispetto dei Diritti Umani in Cina è troppo grossa per essere relegata a mero esercizio diplomatico e retorico. Se i nostri atleti non fossero presenti all´apertura assieme a molti altri atleti da tutto il resto del mondo, forse si potrebbe ricavare un minimo risultato per un´evoluzione della politica cinese, che segua una strada finalmente democratica.

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