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Scompare lo scrittore che amava le aragoste

E´ sempre difficile scrivere di qualcuno che si è tolto la vita. Si ha rispetto del dolore profondo, qualsiasi ne sia la causa. Si prova rabbia, perchè – molto banalmente – una vita non c´è più. Certe morti, però, colpiscono più di altre, perchè ci si può prefigurare quello che non si avrà più. David Foster Wallace si è ucciso nel week end. A trovarlo è stata sua moglie. Classe 1962, il geniale scrittore americano si era imposto al grande pubblico negli anni ´90 con la sua opera Infinite Jest – lo scherzo infinito – in cui raccontava la storia dell´occidente attraverso la quotidianità della vita americana della middle class. Abile giocoliere di parole e immagini, David Foster Wallace aveva la capacità di rapire il lettore, portandolo su strade incomprensibili, dove è davvero difficile vedere l´orizzonte. Ma si resta così, intrappolati nelle sue immagini oniriche, tipiche solo dei grandi talenti della narrativa. Il suo nome è stato spesso associato a Don De Lillo, ma anche al giapponese Haruki Murakami, per la pervicacità delle immagini, per i plot fantasiosi e fantascientifici, per i messaggi privi di retorica che si nascondono dietro le sue parole. Così, leggendo Considera l´Aragosta, ci si addentra nell´America profonda, quella che parte dal Maine dei ricchi e dei pescatori e che arriva in Idaho ed Indiana, dove puoi viaggiare per ore ed ore in macchina e ti ritrovi sempre e solo immerso nei campi di granturco. L´11 settembre visto con gli occhi di una casalinga disperata e l´etica del nuovo millennio nel dolore delle aragoste che chiedono il riconoscimento dei loro diritti e che soffrono senza essere ascoltate. Era questo David Foster Wallace. Nato in una piccola cittadina chiamata Ithaca e forse anche per questo sempre in viaggio, sempre oltre i confini, nel tentativo di raggiungere l´irraggiungibile. Da sabato, purtroppo e con un infinito dolore nel cuore, sappiamo che non tornerà più a casa.

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