Le potremmo chiamare le parole-chiave di Ratzinger: quattro idee che stanno caratterizzando lo stile con cui Benedetto XVI guida la Chiesa.
La prima è senz’altro l’identità. Se c’è una cosa tipica di Ratzinger (di fatto iniziata molto prima di diventare papa) è il ritorno all’abc della fede come via per liberare la Chiesa da sterpaglie e cianfrusaglie che l’appesantiscono. Pensiamo al suo capolavoro indiscusso Introduzione al cristianesimo. Lo scrisse all’indomani del Concilio Vaticano II riprendendo i capisaldi della dottrina. Era la risposta a certe tendenze sedicenti innovative dell’epoca che oggi, dopo 40 anni, mostrano i loro effetti negativi nelle chiese sempre più vuote.
La seconda parola è il rinnovamento. La solidità della dottrina, la padronanza del messaggio, rendono Ratzinger particolarmente disinvolto nel saper portare una ventata d’aria fresca. In cosa? Basterebbe prendere a modello l’affaire pedofilia. Non perché sia il primo e principale problema della Chiesa (come certi media, forzando i toni, hanno rischiato di far credere) ma perché in esso si è mostrata tutta la forza rinnovatrice del pontefice. Pronto non tanto a una pulizia “da tolleranza zero” per compiacere gli astanti, quanto indirizzato ad un vero e proprio rinvigorimento spirituale per incoraggiare i membri della Chiesa (sacerdoti e laici) a riscoprire l’altezza, la serietà e la santità del loro compito.
Un compito che deriva da un’altra parola chiave: verità. Lucetta Scaraffia una volta ha scritto su L’Osservatore romano: «Le parole di Ratzinger sono come una luce chiara e paziente… Una luce che porta i lettori a fare chiarezza sulle domande fondamentali della vita ripresentate nel modo in cui si pongono oggi». Ecco la forza di Benedetto XVI: portare in primo piano le questioni che veramente contano.
Così si arriva al quarto termine: l’unità. La remissione della scomunica ai lefebvriani, l’istituzione di una strada giuridica che consentirà agli anglicani di ritornare in comunione con Roma (cinque vescovi inglesi hanno già dichiarato di voler aderire), l’attenzione alle istanze delle Chiese ortodosse, la proposta instancabile della fiducia nella verità in un mondo sempre più afflitto da relativismo. Queste e altre azioni hanno in comune la consapevolezza di fondo per cui l’unità non è uniformare e appiattire ma puntare più in alto, valorizzando le differenze. Per il papa, posto l’accordo sui principi di fondo della fede, nella Chiesa (cattolica appunto) c’è spazio per tutti.
Consapevolezza di chi si è (identità), capacità di spronare al futuro (rinnovamento), ancoraggio alle questioni reali (verità), volontà di tenere assieme tutte le forze positive (unità). Volevamo soffermarci a considerare le caratteristiche di papa Ratzinger… ci siamo ritrovati per le mani l’identikit di un vero leader.