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Votare l’originale o la copia?

In altri tempi la sola ipotesi di un ingresso nella politica reale del trasgressivo personaggio di Antonio Albanese, Cetto La Qualunque, avrebbe provocato sdegno furioso nell’opinione pubblica. Ma quando, leggendo le cronache politiche dei giorni scorsi e non solo, la realtà supera di gran lunga la fantasia, ecco che la possibilità di un vera discesa nell’arena partitica del Partito du Pilu e del suo leader non scandalizza più nessuno, bensì troverebbe una propria ragion d’essere e una nicchia di elettorato che lo prenderebbe in considerazione e lo voterebbe sul serio. L’Osservatorio politico nazionale di Lorien Consulting, che conduce da anni studi e ricerche per i principali attori della politica nazionale, monitorando clima e opinioni dell’elettorato – ha deciso così di indagare il fenomeno La Qualunque. Il quale, con l’uscita del film Qualunquemente ha messo in campo una strategia di comunicazione tale da confondere, per l’appunto, realtà e fantasia. Gazebo in diverse piazze d’Italia, un sito Internet con tanto di programma politico, slogan e manifesti cinematografico-elettorali: nulla da invidiare, dunque, ai principali candidati e partiti italiani, in alcuni casi, anzi, anche in maniera più incisiva e dirompente, tanto da fare il boom di contatti in rete e fan su Facebook. È stata così condotta un’indagine sulle potenzialità elettorali di Cetto La Qualunque, su un campione (di 600 cittadini) rappresentativo per sesso ed età della popolazione maggiorenne italiana. E i risultati sono sorprendenti, ma non troppo.
 
Lo studio è stato condotto attraverso interviste telefoniche tra il 13 e il 14 gennaio, cioè una settimana prima dell’uscita del film. Ma il tam tam in rete, in tv e sui giornali, oltre che la notorietà storica del personaggio, sulla scena con successo ormai da diversi anni, ha fatto sì che oltre un intervistato su cinque (il 22,7%) conoscesse Cetto La Qualunque, leader del Partito du Pilu e ideatore dello slogan “Chiù pilu pi tutti”. Si tratta in larga parte di cittadini al di sotto dei 55 anni (il 77%, contro il 62% della popolazione), a scolarità medio-alta (diplomati e laureati per il 90%, contro il 64% della popolazione), residenti nei centri medio-grandi (oltre 30mila abitanti per il 61% contro il 46%) prevalentemente nel nord-ovest e nel nord-est (56% contro il 46%). In altre parole, complessivamente si tratta di quella fascia di popolazione più attenta alla produzione nel campo della “cultura” e degli spettacoli, di cui fruisce ma da cui viene anche influenzata negli atteggiamenti e nei comportamenti. In larga parte questa “tribù” ne dà anche un giudizio positivo (60%), ma si disgrega nel momento in cui viene ipotizzato un possibile voto alle prossime elezioni. È infatti “solo” il 9% (del totale campione) che ci indica che potrebbe prendere in considerazione l’idea di indicarlo anche in cabina elettorale, che potrebbe rappresentare, secondo nostre proporzioni con i partiti reali, una percentuale di voto di circa il 2%. Una percentuale risicata, ma che, con un livello di conoscenza neanche paragonabile a quello dei partiti principawli, permetterebbe ad Albanese fin d’ora di ottenere risultati superiori a quelli di molti partiti veramente esistenti e capaci di condizionare l’andamento dei governi. Una percentuale, tuttavia, che con un incremento della notorietà (sicuramente già avvenuto con l’uscita del film e eventualmente facilmente costruibile in vista di un appuntamento elettorale) probabilmente riuscirebbe addirittura da solo a superare lo sbarramento della Camera e a entrare in Parlamento.
 
Il profilo di chi lo voterebbe è in questo caso molto diverso da quello di chi lo conosce. Decisamente più trasversale sulle fasce di età, sulle professioni (liberi professionisti e dirigenti, impiegati, pensionati, studenti e disoccupati), sul livello di istruzione (che in questo caso però taglia praticamente fuori i laureati), e perfino sul profilo religioso (sebbene presenti una lieve accentuazione tra gli atei e gli agnostici), ha votato negli ultimi cinque anni almeno una volta, in misura più che proporzionale alla media della popolazione, Italia dei Valori, Lega Nord, Sinistra e Libertà, Comunisti, Radicali, Movimento a 5 stelle. Oppure ha abbandonato le urne, e dunque potrebbe ritornarvi solo con una proposta eterodossa come quella del Partito du Pilu. Alle prossime politiche, se La Qualunque non si presentasse, questo bacino voterebbe invece prevalentemente Lega Nord, Pd, Idv, Movimento a 5 stelle e scheda bianca. Il bacino elettorale che si raccoglie attorno a Cetto La Qualunque è composto allora da una parte di popolazione delusa, antagonista e non allineata alle proposte politiche principali, decisamente impietosa con il governo (percentuale di approvazione dell’operato all’11%, contro una media del 26%) e leggermente più indulgente con l’opposizione (approvazione dell’operato al 27%, molto basso comunque, contro una media nazionale del 12%). Si colloca lungo tutto l’asse destra-sinistra, con una leggera accentuazione per quest’ultima e per il “non collocarsi”. Ma comunque appare politicamente più responsabile: rendendosi conto della difficile situazione del Paese, ritengono più di tutti che ci sia bisogno, in questa fase delicata, di un governo tecnico. O comunque di elezioni anticipate, per restituire al Paese una governabilità che sembra smarrita da troppo tempo. Una ulteriore dimensione che caratterizza il bacino del Partito du Pilu è quella territoriale. I suoi potenziali elettorali sono radicati prevalentemente nei piccoli centri del nord-est e soprattutto del sud, che, lo ricordiamo, è la terra di origine del personaggio La Qualunque. D’altro canto il leader del Partito du Pilu non avrebbe nulla da invidiare a leader nazionali ruspanti e disinvolti come Antonio Di Pietro (ricordiamolo alle prese col trattore, e mentre rilascia dichiarazioni sgrammaticate) o Umberto Bossi (ricordiamolo in canottiera, o più recentemente con il dito medio a favore delle telecamere), e sarebbe proprio la fascia di popolazione su cui fa presa questo tipo di comunicazione quella su cui farebbe presa il comportamento e il linguaggio irregolare dell’alter ego di Albanese.
 
Per questo abbiamo rivolto un’ultima domanda al nostro campione di intervistati, quanto cioè ritenessero che il personaggio di Antonio Albanese “Cetto La Qualunque” si avvicini alla realtà. Oltre il 75% degli intervistati (tre su quattro) tra chi lo conosce ci ha risposto che “Sì, Cetto La Qualunque si avvicina alla realtà”. Se non c’è più differenza tra l’originale e la copia, perché scegliere la copia? E in questo caso, per molti, ad apparire come copia non è Cetto, bensì i veri politicanti, che sembrano sempre di più ispirarsi a lui.

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