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Prove generali di una visione globale

A lanciare l’idea è stato l’allora segretario generale delle Nazioni Unite, Kofi Annan, al World economic forum di Davos il 31 gennaio del 1999: «Propongo che voi, i business leader riuniti a Davos, e noi, le Nazioni Unite, avviamo un Patto globale di principi e valori condivisi, che darà un volto umano al mercato globale».
Quella volontà di allineare gli obiettivi della comunità internazionale con quelli degli interessi privati del mondo degli affari si è tradotta in realtà operativa l’anno successivo con l’istituzione del Global compact delle Nazioni Unite, e cioè un “patto globale” appunto, per affrontare in una logica di collaborazione gli aspetti più critici della globalizzazione. Da allora hanno aderito oltre 8.700 aziende e organizzazioni provenienti da più di 130 Paesi nel mondo. Compresa l’Italia con un network nazionale, presieduto da Marco Frey e coordinato dalla fondazione Fondaca, che ha mosso i primi passi già dieci anni fa ed è stato festeggiato come ospite d’onore quest’anno in una serata di gala, “The Abrs different gala for Global compact network italia”, il 20 ottobre scorso a Roma, presso il Salone delle Fontane all’Eur, curata da Promo Siarco.
 
L’evento rientra nel paniere di iniziative legate ad un progetto tutto in linea con i valori del Global compact. Si chiama Around bar Roma show (Abrs), dedicato al mondo delle imprese che operano nel settore del Food & beverage, e si terrà alla Fiera di Roma, dal 13 al 16 novembre prossimo: una sorta di anticipazione e prova generale a livello nazionale della grande esposizione internazionale del prossimo anno. Il countdown è dunque iniziato per quella che si profila essere, per l’edizione 2012, la prima expo interamente sostenibile in Italia.
Una nuova filosofia accompagnerà il momento espositivo che non è più visto solo in ottica business, ma come veicolo di conoscenza, condivisione, valore e anche emozione.
Quest’ultima, del tutto estranea in genere a questo tipo di manifestazioni, viene ricercata attraverso una scenografia e un’ambientazione che traggono ispirazione dalle mostre d’arte e mirano a lasciare un ricordo nel visitatore.
 
Per la prima volta poi un ateneo, l’Università di Roma Tre, dipartimento di Scienze aziendali ed economico-giuridiche, lavorerà in sinergia con un expo curando le quattro giornate di convegni dedicate rispettivamente a gestione dell’impresa, credito all’impresa, educazione e sicurezza alimentare e lavoro e formazione.
L’ultimo appuntamento servirà per iniziare un percorso che possa mettere in contatto centinaia di studenti in cerca di prospettive con un settore che di prospettive ne ha molte da offrire: sono infatti più di 230mila gli esercenti coinvolti grazie alla Federazione italiana pubblici esercizi, partner istituzionale privilegiato dell’evento, e il giro d’affari è costante e in crescita, nonostante la crisi. Oltre ai seminari, sono in programma, dentro e fuori salone, una serie di eventi collaterali più glamour, che serviranno per veicolare il concept di Abrs, come i concorsi e i corsi di formazione per barman coordinati in partnership con BarUniversity-Gruppo 24Ore, e il primo “Open di golf Abrs” dedicato ai corporate delle aziende partecipanti che, ospitato dallo Sheraton golf Parco de’ Medici, offrirà ai partecipanti una modalità diversa rispetto ai tradizionali business form aziendali, per mettere in contatto i differenti attori del ramo.
 
Questo obiettivo sarà facilitato nei giorni dell’expo anche da un supporto informatico, Key bumping (Kb), strumento creato appositamente per Abrs, che permetterà di creare un’agenda di incontri riservati tra buyer e seller grazie alla combinazione dei dati inseriti nel portale dagli iscritti.
L’expo vedrà la partecipazione di settanta aziende, tutte selezionate nell’ottica di un’adesione a criteri legati alla Responsabilità sociale d’impresa e quindi vicini agli stessi valori promossi dal Global compact delle Nazioni Unite che per essere ancora più chiaro ha redatto “le dieci regole”, una sorta di “dieci comandamenti” in versione economica relativi a diritti umani, standard lavorativi, tutela dell’ambiente e lotta alla corruzione, road-map fondamentale per chi sceglie la via della sostenibilità.
 
Nello specifico, si legge sul sito della piattaforma Onu, si richiede alle aziende di promuovere e rispettare i diritti umani universalmente riconosciuti nell’ambito delle rispettive sfere di influenza; di assicurarsi di non essere, seppure indirettamente, complici negli abusi a riguardo.
Relativamente al lavoro, occorre sostenere la libertà di associazione dei lavoratori e riconoscere il diritto alla contrattazione collettiva, eliminare tutte le forme di lavoro forzato e obbligatorio, quello minorile, ogni forma di discriminazione in materia di impiego e professione. Nei confronti delle sfide ambientali, si incoraggiano un approccio preventivo, iniziative che promuovano una maggiore responsabilità ambientale, lo sviluppo e la diffusione di tecnologie che rispettino l’ambiente. L’ultima regola impegna invece le aziende nel contrasto della corruzione in ogni sua forma, incluse l’estorsione e le tangenti.
 
Una cultura d’impresa che, promettono gli organizzatori di Abrs, si concretizzerà alla Fiera di Roma. Gestire responsabilmente la propria azienda comporta alcuni vincoli ma soprattutto una serie di opportunità. Come quella di entrare in una community globale del business sostenibile in cui acquisire know-how specifici, sviluppare partnership, condividere pratiche eccellenti per affrontare sfide difficili ma comuni. E in un momento come questo, in cui la finanza e le grandi imprese sono il bersaglio numero uno di migliaia di indignados in tutto il mondo, ogni iniziativa che promuova il lato sociale e umano dell’economia va incoraggiata e sostenuta.
Perché, lo ha detto il segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon, come in un circolo vizioso o meglio virtuoso, «i mercati possono prosperare solo in società sane. E le società hanno bisogno di mercati sani per prosperare».
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