Monti conserva la fiducia degli italiani, i partiti meno
Il giudizio sull’operato di Monti e del governo resta estremamente positivo. Il premier ottiene un’approvazione del 51%, per il governo è leggermente inferiore, al 40,1%.
La classe politica ha inevitabilmente risentito delle due principali vicende politiche della scorsa settimana, cioè la bocciatura da parte della Consulta della richiesta dei referendum sulla legge elettorale, e il voto contrario della Camera per la richiesta di arresto dell’on. Cosentino.
Il 70% degli italiani dà infatti un giudizio negativo alla classe politica nel suo complesso. Rispetto a questa oltre la metà degli italiani non sa indicare un partito che abbia agito positivamente.
Non possiamo non sottolineare alcuni segnali individuati dal nostro osservatorio e relativi alla distanza sempre più importante che si sta creando tra i cittadini e la politica. Al di là dei singoli episodi degli ultimi giorni (es. Cosentino), rileviamo che oltre il 50% degli italiani oggi non prende in considerazione alcun partito. E che il 61% esprime un giudizio negativo per tutti i leader e tutti i partiti.
Orientamento al voto: crescono l’indecisione e il non voto
Calano drasticamente i rispondenti alla domanda di orientamento politico, che superano di gran lunga il 40%. Se si votasse oggi solo il 56,7% degli italiani saprebbe quale partito votare.
Da questa situazione ne risulta penalizzato in particolare il centrodestra, che nel suo complesso perde oltre 3 punti. In calo sia Pdl sia la Lega. Terzo Polo stabile, con Udc in crescita fino al 7,9 per cento. Il centrosinistra di Vasto supera quota 40, cala Grillo, stabile la Federazione della Sinistra.
La lettura rispetto alle attuali alleanze parlamentari conferma la solidità della maggioranza, sostanzialmente stabile intorno al 70%. Crescono invece i partiti che non si oppongono apertamente al governo ma lo fanno ai suoi provvedimenti (Idv e Sel), calano invece quelli di aperta opposizione (Lega, Grillo).
Governo Monti promosso su politiche e comunicazione. Ok sulle liberalizzazioni
Riprende quota la richiesta di permanenza dell’attuale governo fino alla fine della legislatura, che per la prima volta supera il 50% arrivando fino al 53,5%. Rispetto alla prima rilevazione perde dieci punti l’ipotesi di mantenimento per il tempo necessario alle riforme, mentre circa un italiano su 4 chiede elezioni subito o al massimo in primavera.
Quasi due italiani su tre approvano lo stile di comunicazione del nuovo esecutivo. In particolare registriamo le percentuali più alte al Sud e nelle Isole, e nei grandi centri. Il premier Monti viene riconosciuto come autorevole da 3 italiani su 4. E per una grande maggioranza (oltre il 60%) ispira fiducia ed è adatto a guidare l’Italia. È una minoranza invece a ritenere che difenda solo gli interessi dei ricchi, e che sia uguale altri politici. Unico neo: Monti non riesce a emozionare quasi tre italiani su quattro.
Tra i provvedimenti della fase 1, cioè della manovra economica prenatalizia, vengono ricordati in particolare l’innalzamento dell’età pensionabile, la reintroduzione dell’Ici/Imu e l’adeguamento dei valori catastali, oltre all’aumento delle accise su benzina e carburanti e il blocco dell’adeguamento all’inflazione per le pensioni non minime. Tre italiani su dieci non ricordano invece alcun provvedimento. La fase 1 sembra ormai superata, si attende la fase 2: ne è a conoscenza il 68% degli italiani.
Dopo la manovra economica che ha impattato su tutti, gli italiani si attendono ora la già annunciata fase 2, cioè le cosiddette «liberalizzazioni». Abbiamo chiesto quali fossero i settori e le categorie su cui è più urgente intervenire, e le risposte sono state chiare:
• Settori: i trasporti in tutte le loro varie forme (autostrade, servizi pubblici locali, treni). A seguire energia e banche;
• Categorie: Notai e farmacisti per un italiano su due. A seguire avvocati, benzinai, giornalisti, tassisti, esercenti.
Resta comunque alta la fiducia nell’attuale rispetto alla tenuta dei conti pubblici. Un italiano su due teme ancora il default, ma oltre il 63% ritiene che il governo sarà in grado di mantenere la stabilità economica.