Skip to main content

‘Via libera al contratto unico purché leggero e flessibile’

Nel campo di gioco sempre più infuocato fra le Fs di Mauro Moretti da una parte e la Ntv di Luca di Montezemolo dall´altra, c´è chi prova a costruire un terreno di pace «per non perdere l´occasione storica che oggi sindacati e parti datoriali hanno di modernizzare il sistema ferroviario in Italia». Alberto Brandani, presidente di Federtrasporto (Confindustria) e consigliere di Fs, già consigliere di Mps e vicecommissario dell´Anas, è convinto che «in 2-3 settimane, al massimo, si può e si deve trovare un accordo per il nuovo contratto nazionale del settore ferroviario». Un contratto «leggero» che definirebbe le «regole di base» per tutti e «lascerebbe poi la possibilità alle singole imprese di definire con i sindacati specifiche intese a livello aziendale, anche modificative del contratto nazionale, per migliorare la propria competitività». La soluzione, se condivisa, consentirebbe anche di superare le risse scoppiate intorno all´articolo 8 della manovra che obbliga tutte le aziende a sottoscrivere il contratto nazionale.
Che pensa dell´articolo 8?
Le polemiche e i paradossi illiberali imputati nei giorni scorsi a Federtrasporto-Agens non devono farci perdere di vista il vero tema in gioco che ci fa dire che l´emendamento va nella giusta direzione, sempre da noi sostenuta, in linea con Confindustria: la competizione indotta dalla liberalizzazione, che non è assolutamente in discussione, deve giocarsi sul mercato, all´interno di un quadro di regole del lavoro comuni per tutti i concorrenti.
I contratti nazionali di settore sono superati o di là da venire. Un bel problema per chi sostiene l´articolo 8.
È vero, i due contratti nazionali oggi applicati, quello delle attività ferroviarie applicato da Fs e quello degli autoferrotranvieri applicato da altre imprese pubbliche e private, non sono più all´altezza dei tempi. Ad esempio, non disciplinano l´alta velocità e non contengono regole adeguate alla concorrenza nazionale e internazionale ormai in atto. Per questo Federtrasporto-Agens ha invitato nell´autunno dello scorso anno, d´intesa con Confindustria, tutte le imprese ferroviarie private e pubbliche a costruire insieme le nuove regole.
La risposta delle imprese all´appello è stata negativa.
È vero, purtroppo nessuna delle imprese invitate ci ha dato un contributo. Qualcuna, invece, ha preferito avviare un negoziato aziendale con i sindacati, prendendo una scorciatoia che lascia irrisolto il problema di fondo: la creazione di un contratto nazionale leggero, con standard minimi per tutti, nel quale ogni impresa potrà muoversi secondo le proprie legittime esigenze, in coerenza con le indicazioni dell´accordo interconfederale 28 giugno 2011.
E il nuovissimo contratto della mobilità? Dovrebbe essere la cornice del nuovo contratto del settore ferroviario.
Sì. È un obiettivo che resta sullo sfondo, ricordando che associazioni datoriali e sindacati si sono impegnati a sottoscriverlo con la firma del protocollo del 14 maggio 2009 e con il sostegno del ministro Matteoli.
La soluzione ottimale sarà quella del contratto nazionale leggero, domani, ma l´articolo 8 è in vigore già oggi. Quale contratto nazionale si dovrebbe applicare?
Spetta al ministero dei Trasporti dare indicazioni. Immagino che sarà definito un periodo di mora e sarà rinnovato l´invito alle parti datoriali e ai sindacati a chiudere entro questo periodo l´intesa da applicare. Noi continueremo a lavorare al tavolo, al ministero, perché si trovi un punto di equilibrio con i sindacati per definire un moderno contratto di settore. Entro due o tre settimane possiamo, e anzi dobbiamo, fare l´accordo. C´è da augurarsi che tutti gli attori interessati – associazioni datoriali, imprese e sindacati – si siedano al tavolo, senza pregiudiziali, nella consapevolezza che, soprattutto nei nuovi settori di attività, bisogna ricercare insieme regole comuni.
 
Giorgio Santilli – “Sole24Ore” – 21 Settembre 2011

×

Iscriviti alla newsletter