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“Downgrade prevedibile, abbiamo cantato vittoria troppo presto”

“Il downgrade dell´Italia è una cosa che ci aspettavamo”. Non mostra stupore Giuseppe Pennisi, consigliere del Cnel e docente presso l´Università europea di Roma, nel commentare la notizia del downgrade italiano di Moody´s: “Si è fatta una grande campagna mediatica sul salvataggio dell´Italia, come se avessimo risolto tutti i nostri problemi con la bacchetta magica. Il momento più alto di questa celebrazione con un inno in do maggiore è stato con la visita di Monti alla Casa Bianca la scorsa settimana”.
 
L´esperto di economia, per anni alla Banca mondiale, sfata un luogo comune: “Gli esperti di Moody´s non ce l´hanno con noi ma fanno il loro lavoro, vivono solo della loro reputazione quindi se non ci azzeccano sono loro i primi a rimetterci. Il punto è che purtroppo non capita quasi mai”.
Prudenza è la parola d´ordine del professore: “Stiamo cantando vittoria mentre siamo solo all´inizio dell´uscita dal tunnel, la luce la vediamo ancora in lontananza e facciamo ancora pasticci come la ricongiunzione delle pensioni Inps-Inpdap, analizzata ieri dal Corriere della Sera, che riduce drasticamente le pensioni di migliaia di persone”.
 
Come ottenere allora un upgrade da Moody´s? Per Pennisi, nell´agenda del nostro Paese, i primi due punti devono essere: “ridurre i parlamentari (e i loro oneri) del 50%, fare diventare la Camera legislativa e affidare al Senato il compito di riformare la Costituzione. Forse così le agenzie di rating inizieranno a vederci diversamente”.
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