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Governo Monti, il consenso aumenta

Chiusa l’azione sulle liberalizzazioni e all’inizio del dibattito relativo alla prossima riforma del mercato del lavoro, Monti mantiene il consenso e il governo cresce. Lo rivela il sondaggio condotto da Lorien Consulting tra il 30 gennaio e il 1 febbraio.
Il giudizio sull’operato di Monti e del governo resta estremamente positivo. Il premier ottiene un’approvazione del 49.5%, per il governo è leggermente inferiore al 47,3%, ma in crescita di ben 7 punti, rispetto alla precedente rilevazione del 16 gennaio. Quasi un italiano su due ritiene che il governo Monti debba proseguire fino a fine legislatura. Ottimo il giudizio anche sullo stile della comunicazione del nuovo esecutivo, il 62% dei votanti, due italiani su tre, lo giudicano positivamente. 
 
Gli italiani approvano le liberalizzazioni, seppur timide
La maggioranza degli italiani giudica positivamente l’azione del governo riguardo le liberalizzazioni. Non solo, il 73% ritiene che il governo abbia fatto ancora troppo poco in questo campo, e che fosse necessario fare di più.
Farmacie, taxi e notai sono le azioni ricordate di più. Quasi un italiano su 4 non ricorda nessuna delle misure a favore delle liberalizzazioni adottate dal governo.
Poco incisive, secondo gli italiani, le misure prese riguardo servizi pubblici locali e autostrade, i due settori su cui si concentravano le maggiori attese. Per quanto riguarda le categorie, andava fatto di più rispetto a notai e farmacisti.
 
La riforma del mercato del lavoro
Molto attese le misure relative al mercato del lavoro, che sono iniziate a essere discusse tra i membri dell’esecutivo e le parti sociali. Rafforzamento dei contratti di apprendistato e introduzione di un reddito minimo di disoccupazione sono le azioni che ottengono l’approvazione della maggioranza degli italiani, trasversali per aree geografiche e per professione.
Entrambe le misure risultano meno popolari tra i lavoratori di fascia bassa, assunti con contratti collettivi, che adesso sentono meno il problema dell’accesso nel mondo del lavoro. Eventuali riforme metterebbero a repentaglio lo status quo, che loro tenderebbero a conservare.
Il contratto unico divide invece il Paese: più favorevoli al nord, più contrari al sud.
Nettamente contrari gli italiani, invece, rispetto all’abolizione dell’articolo 18 per i neo assunti, abolizione del valore legale del titolo di laurea e all’abolizione della cassa integrazione straordinaria
 
Orientamento al voto: indecisione e astensionismo a livelli record
Ancora pochi i rispondenti alla domanda di orientamento politico, che superano il 43%. Se si votasse oggi solo il 56% degli italiani saprebbe quale partito votare.
Ne risultano penalizzati in particolare i partiti minori dell’area di centro (Fli, Api, Mpa). Recuperano consensi Sel e in parte il Pdl. Il centrosinistra Pd+Idv+Sel aumenta ancora la quota di consensi.
La lettura rispetto alle attuali alleanze parlamentari conferma la solidità della maggioranza, stabile intorno al 70%. Continua il declino progressivo della Lega Nord, mentre cala anche l’insieme dei partiti minori (a parte l’Idv fuori dall’arco parlamentare).

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