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Il Carnevale dell’ipocrisia

“Certo che ci vado!”, ha detto il profugo italiano di sinistra, Cesare Battisti, quando è stato interpellato sulla sua partecipazione alla sfilata del gruppo “Bola Preta” al carnevale di Rio de Janeiro. In una dichiarazione per la catena O Globo di Brasile, dove Battisti vive in piena libertà frequentando le spiagge e i bar di Ipanema, quello che per la giustizia italiana è un pluriomicida, ha sostenuto che non mancherà all’evento dove assistono circa due milioni di persone. Battisti, che vive a Rio da tre mesi, a seguito del trasferimento da Sao Paolo, è stato invitato da Francisco Ferreira, uno dei direttori di Bola Preta. La passeggiata avrà luogo il 10 e il 18 di febbraio.
 
Sempre nel paradiso caraibico, Battisti scrive le sue memorie romanzate; “Ai piede del muro”, che verranno pubblicate in Francia e in Brasile. Al Foro Sociale di Porto Allegre, Battisti ha anticipato che nel libro racconterà il suo (breve) soggiorno in una galera brasiliana. E il cammino attraversato fino ad arrivare all’asilo politico concesso dal presidente Dilma Rousseff.
 
Al Carnevale, dicono quanti in Italia e in Brasile non amano questo suo protagonismo mediatico, Battisti ci andrà senza maschera. Non ne ha bisogno.


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