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Monti e il rigore “tedesco” che piace agli americani

La nuova attenzione degli Stati Uniti alla politica italiana ha la sua base nell’interesse di stimolare e consolidare una ripresa dell’economia europea. E la prova tangibile è l’incontro di questo giovedì tra il presidente del Consiglio italiano Mario Monti e il presidente americano Barack Obama.
 
Per Massimo Teodori, docente di Storia e istituzioni degli Stati Uniti presso l’Università di Perugia, l’Italia resta il partner preferito e più affidabile della potenza americana. “Gli Stati Uniti sono meno vicini agli altri due Paesi di rilevanza: la Francia e la Germania. Con la Francia perché c’è stato storicamente un rapporto di concorrenza; con la Germania, una competizione per l’egemonia economica. La Germania si rifiuta di seguire gli accordi per la ripresa”, spiega Teodori.
 
E ricorda la definizione che ha dato il quotidiano The Wall Street Journal del premier italiano: “È il presidente più tedesco senza essere tedesco. Perché ha un rigore germanico e questo è un valore sul quale si può fare affidamento”, continua Teodori.
 
L’incontro tra i due a Washington ha un’importanza non solo dal punto di vista economico e della ripresa della fiducia dei mercati, ma riguarda anche il partenariato internazionale. “Non dobbiamo dimenticare che il presidente del Consiglio anteriore, Silvio Berlusconi, è stato ricevuto soltanto una volta negli Usa. Come presidente del G8, dopo tre anni di mandato – continua Teodori – Monti viene ricevuto come premier italiano dopo tre mesi di governo. Per Obama e l’amministrazione statunitense in generale lo spread fa fede per il benessere dell’economia di un Paese. E il fatto che con Monti è sceso notevolmente è un segno che dà fiducia”. Secondo il docente, “Monti è un uomo di rigore della finanza pubblica e questo è un pregio che piace molto alla cultura politica americana”.
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