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Sulla “storia poco onorevole” di Luciano Sardelli

Stanotte ho letto il libro di Luciano Sardelli “ Una storia poco onorevole” (Koinè Nuove Edizioni). Le prime 30 pagine sono scintillanti e raccontano la vita di un portaborse parlamentare, delle altre non vi dirò nulla per non togliervi il gusto della lettura.
 
Ecco due brani che illuminano l’esistenza di questa persona:
“Siamo deboli e potenti, lavoratori eterogenei, intellettuali colti, praticoni, segretarie tuttofare, universitari part-time o ex co.co.co. Il giorno parliamo alla pari con capitani d’industria, boss dei ministeri, giornalisti più o meno famosi, prefetti e questori. La sera attraversiamo la città su vecchie utilitarie o bus affollati e lenti. La notte dormiamo in camere d’affitto in periferia”.
“Noi assistenti siamo impegnati a tempo pieno eppure non ci lamentiamo mai della nostra condizione, perché prima o poi una soluzione per la vita si trova. Una sistemazione direbbe la nonna. “Un posto” dicono al paese. Al sud fanno una differenza tra il “lavoro” e il “posto”. Il posto è un impiego sicuro, fisso, tranquillo, non particolarmente impegnativo, per lo più nella pubblica amministrazione, un luogo metageografico in cui collocare l’esistenza. Il lavoro è un’altra cosa e comporta un po’ di fatica……”

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