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Che ci dice una valvola (termostatica) di noi

Nell’ormai lontano 2007 la Regione Piemonte, prima in Italia, aveva deliberato l’obbligatorietà dei sistemi di termoregolazione e contabilizzazione individuale del calore nell’edilizia residenziale fissandone il termine ultimo per l’adeguamento al 1 Settembre 2012. La delibera prevedeva che tali sistemi, tipicamente una valvola termostatica ed un ripartitore di calore per ogni termosifone, fossero installati in tutti gli stabili dotati di impianto di riscaldamento centralizzato con più di quattro appartamenti. L’obiettivo era quello di indurre comportamenti virtuosi “dal basso” poiché i condomini, incentivati dal fatto che avrebbero pagato solo per quanto effettivamente consumato, avrebbero agito sui dispositivi di controllo della temperatura per minimizzare i consumi.
 
Sempre nell’ormai lontano 2007, il Comune di Torino aveva fissato che il termine ultimo per tale adeguamento fosse anticipato rispetto alla Regione Piemonte al 1 Settembre 2010, con l’evidente obiettivo di fare da traino all’iniziativa permettendo alla filiera produttiva e al mercato di strutturarsi in modo razionale per centrare l’obiettivo del 2012. Bene.
Nel 2007 la Regione Piemonte era considerata la regione italiana più sensibile rispetto ai temi dell’ambiente e dell’uso razionale dell’energia. Al governo della regione era la giunta Bresso con Andrea Bairati pivot delle iniziative per lo sviluppo economico della regione.
Nel 2010, l’anno termine ultimo per l’installazione di tali sistemi a Torino e provincia, il Comune ritenne opportuno fare marcia indietro prorogando il termine al 1 Settembre 2012 come il resto della regione.
 
Oggi, che siamo al 21 Marzo 2012 e sta per terminare la stagione invernale, momento in cui molte assemblee condominiali hanno già deciso o si apprestano a decidere se deliberare o meno l’intervento di installazione del sistema di termoregolazione e contabilizzazione individuale del calore nel proprio stabile, in ottemperanza all’obbligatorietà del 1 Settembre 2012, voci sempre più insistenti danno per certa un’ulteriore proroga. Voci cui il quotidiano La Stampa sta dando molto spazio. Da più di un mese il giornalone torinese ospita le lettere di illustri esperti in campo termotecnico come la Sig.ra Luisella, il Sig.Franco, o ancora il Prof. Cachiti che, avendo già installato le valvole termostatiche nei propri stabili, dicono che il sistema non serve a nulla, non funziona e alla fine non si risparmia alcunché. Di qualche giorno fa, sempre su La Stampa, un articolo, a firma Lorenzo Mondo, suggerisce esplicitamente ai condomini che si apprestano a partecipare ad un’assemblea condominiale di stare tranquilli che tanto non ci sarà alcuna obbligatorietà perché il Pd e la Lega hanno trovato un’intesa e delibereranno la proroga. Per quale motivo? Perché c’è la crisi.
Curiosamente proprio quando altre regioni, come Lazio e Lombardia, hanno invece fissato il termine per l’obbligatorietà di questi sistemi adeguandosi al Piemonte. Peraltro, nel caso ad esempio della Lombardia, con maggiore razionalità fissando termini scaglionati in funzione della potenza del generatore di calore. Gli stabili alimentati da caldaie con potenza minore di 100 kW entro il 2013 e entro il 2015 i rimanenti.
 
Questo tipo di sistemi sono obbligatori nei paesi come la Germania e più in generale del Nord Europa da almeno trent’anni. Statisticamente il risparmio che un sistema di questo tipo permette di ottenere è di circa il 15-20%. Questo significa che un appartamento che spende ogni anno circa 1000 Euro per il riscaldamento può pensare di risparmiare fino ad un massimo di circa 150-200 Euro all’anno.
I consumi da riscaldamento nell’edilizia residenziale incidono per il 40% sulla domanda complessiva di energia primaria. Attraverso il risparmio ottenuto attraverso l’installazione di sistemi di termoregolazione e contabilizzazione individuale del calore è pertanto possibile incidere per il 6-8 % sul consumo totale di energia primaria. Che è tantissimo.
 
L’edificio è un sistema complesso, fatto di un involucro, di sistemi di produzione attiva dell’energia e di un sistema distributivo che ha il compito, come una rete vascolare, di portare l’acqua calda in ogni appartamento.
L’interazione di queste componenti è molto complicata e ogni stabile ha le sue peculiarità. E’ pertanto impossibile generalizzare il comportamento che un sistema di termoregolazione e contabilizzazione individuale del calore ha in un determinato stabile.
Non ha molto senso quindi costruire un’opinione diffusa rispetto questo tipo di sistemi attraverso le esperienze di un numero limitato di cittadini che, pur esprimendo il loro legittimo punto di vista, finiscono per diventare artefici di un approccio qualunquista.
Sarebbe stato opportuno, sin dall’ormai lontano 2007, sviluppare una campagna informativa finalizzata a fornire ai cittadini informazioni oggettive sull’intervento, sui punti di forza e di debolezza di tali sistemi, sulle tecnologie disponibili sul mercato e dell’importanza di progettualità di carattere termotecnico. Questi interventi non possono essere svolti con la regia dell’idraulico di fiducia o della società di servizi che si occuperà della contabilizzazione del calore, ma da un termotecnico qualificato. Solo dopo un’attenta diagnosi energetica dello stabile, il termotecnico indicherà obiettivi da raggiungere e interventi da effettuare.
 
Le proroghe come i condoni sono provvedimenti che diseducano l’opinione pubblica. Alimentano quell’idea secondo cui in Italia le leggi non sono obblighi ma, a voler esagerare, suggerimenti. Frutto dell’umore di una classe dirigente incoerente e alla disperata ricerca di consenso che non governa e che procede senza alcuna programmazione.
 
Ci risulta incomprensibile l’atteggiamento del quotidiano torinese La Stampa. Un po’ di tempo fa il suo Direttore, Mario Calabresi, alla presentazione dei risultati dell’iniziativa Torino anni 20, in cui un gruppo di lavoro aveva immaginato il futuro di Torino nei prossimi vent’anni, ci era parso un fervido sostenitore di tutte quelle iniziative che favorissero una migliore qualità dell’aria in città, tema rispetto al quale, più di tutti, la popolazione si era detta sensibile. Tant’è.
 
 
Michele Fronterrè, siciliano, laureato in Ingegneria Aerospaziale al Politecnico di Torino 10 anni fa. Nel 2007, ha co-fondato presso I3P, l´acceleratore d´imprese del Politecnico di Torino, Ingenia, una start-up che opera nel mercato dell´uso razionale dell´energia. Dalla fine dello stesso anno si occupa anche dello sviluppo commerciale di Cantene, società sempre all´interno di I3P che si occupa di servizi di ingegneria quali l´analisi, mediante l´utilizzo di simulazioni numeriche, di fenomeni d´incendi in spazi confinati.
Ha scritto “Imprenditori d´Italia, storie di successo dall´Unità a oggi” (Edizioni della Sera, 2010)
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