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Dentro Occupy Wall Street

“The protester” è stato eletto personaggio dell´anno dal Time nel 2011. Oggi i “protesters” tornano in copertina con il libro Occupy Wall Street (Chiare lettere) di Riccardo Staglianò, giornalista di Repubblica, che ha passato una settimana tra i militanti di Zuccotti park a New York e in queste pagine ce li racconta da dentro.
“Il motivo principale per cui sono venuto fin qui – racconta l´autore del reportage – ha un nome e un cognome: Vlad Teichberg. Ieri era trader di Borsa, oggi è il capo di Global Revolution Tv, la Cnn degli indignati. La miglior metafora vivente per raccontare questo movimento all’insegna dei paradossi”.
 
Lui e i suoi compagni uniti da due parole-chiave: diseguaglianza e orizzontalità. Gli indignati di OWS combattono contro un sistema in cui l’1 per cento della popolazione controlla il 40 per cento della ricchezza. E come lo fanno? Con prove tecniche di democrazia diretta, dove ogni decisione si prende all’unanimità. Niente leader (“Il potere corrompe”). Niente richieste specifiche (“Non chiediamo permesso al sistema; ci riprendiamo ciò che ci appartiene”). Con i riferimenti culturali più diversi, da Gandhi a Gene Sharp. Una cocente delusione per Obama. E il sostegno di intellettuali da tutto il mondo, dal premio Nobel Stiglitz a Naomi Klein, Slavoj Zizek e Roberto Saviano. Alla domanda “Quanto resisterete?” rispondono: “Anche tutta la vita. Non avendo un futuro, siamo qui per inventarcelo”.
 
Riccardo Staglianò, quarantatre anni, è nato a Viareggio ed è giornalista de la Repubblica. È autore di Bill Gates. Una biografia non autorizzata (Feltrinelli 2000) e de L’impero dei falsi (Laterza 2006) sul traffico di mer­ci contraffatte dalla Cina all’Europa. Per Chiarelettere ha pubblicato con Raffaele Oriani I cinesi non muoiono mai (2008), Miss Little China, che accompagna l’omonimo documentario di Riccardo Cremona e Vincenzo de Cecco (2009), Grazie (2010) e Toglietevelo dalla testa (2012).
 
 
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