Se mia madre fosse ancora in vita compirebbe quest´anno novant´anni, gli stessi della Festa della donna in Italia (dal 1922).
La sua generazione ha attraversato almeno tre rivoluzioni nel corso del Novecento: come figlie, al ritmo dei nuovi balli americani del dopoguerra, come mogli, nell´impegno quotidiano, operoso e incessante, necessario contributo alla ricostruzione del Paese e alla sua incredibile ripresa fuori e dentro casa, come madri, infine, di noi ragazze degli anni ´60, educate a diventare donne in una società libera e avanzata.
A noi oggi, figlie di madri silenziosamente rivoluzionarie, resta un compito urgente e complesso, nella cultura e nella società italiana.
Dobbiamo considerare e sempre più far considerare un´anomalia inaccettabile il fatto che questa società libera e avanzata continui ad essere interamente governata da “un gruppo di maschi maturi, o più che maturi, con retribuzioni enormemente superiori alla media, ognuno titolare di una quantità straordinaria di incarichi” (E.Galli Della Loggia, CorSera, 27 febr. 2012).
Qualcuno, aggiungo, più o meno coetaneo di mia madre.
Prendiamo oggi, pubblicamente, questo impegno e ai nostri figli, maschi e femmine, apriremo il futuro.
Stefania Giannini
Linguista
Rettore dell´Università per Stranieri di Perugia