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Krugman e “il suicidio politico europeo”. Ecco come salvarsi

1) Pochi italiani ricordano che un barile di petrolio, che oggi costa più di 100 dollari, era venduto nel 1971 (poco più di 40 anni fa) a 1,25dollari. Questo non ha mai creato gravi disagi nella vita dei popoli.
2) Quando è nato l´euro era stato quotato 85 centesimi di dollaro. Adesso è quotato ad oltre un dollaro e trenta. Questo significa che l´euro è sopravvalutato e una moneta sopravvalutata rende difficile l´esportazione e incoraggia le importazioni.
3) Quando siamo entrati nell´euro, eravamo abituati a mantenere competitiva la nostra economia con continue svalutazioni. Entrare nell´euro significava rinunciare alla svalutazione come modo di restare competitivi sui mercati internazionali.
4) I Governi italiani non hanno agito, dall’ingresso nell’euro fino al 2011, per eliminare i difetti nell’economia che avevano portato alla necessità delle svalutazioni competitive.
5) Nel 1960 il peso dello Stato era solo del 26%. Quando siamo entrati nell’euro lo Stato italiano aveva un peso intorno al 50% sul PIL e la tassazione su chi tiene in piedi la povera Italia paga una tassazione tra le più alte del mondo per avere in cambio spaventose inefficienze.
6) Dalle statistiche di Banca d’Italia, appare che l´inflazione continua aveva portato una lira del 1861 a valere circa 6.800 lire del 1998. Ma con aggiustamenti continui per recuperare il valore dei salari e delle retribuzioni di chi lavorava, quelle svalutazioni non hanno mai procurato disastri. L´unico che ci guadagnava sempre era lo Stato che tassava come plusvalore la crescita dei valori (dovuti all´inflazione).
7) Creare una moneta senza avere una “Banca di ultima garanzia” è una follia. La crisi dei sub prime negli Stati Uniti e nella Inghilterra (che hanno Banche Centrali capaci d´intervenire sulla loro moneta) non ha creato danni così gravi alla vita sociale e non richiede così pesanti sacrifici ai cittadini. In Europa i Paesi che hanno l´euro stanno soffrendo per mancanza di una politica di difesa. Ma una crisi dell´Europa mette in crisi tutto il mondo.
8) La crisi successiva alla crisi del 1929 ha dato un grande ammaestramento: la crisi recessiva nella Germania (che attualmente vuole governare l´euro) dal 1929 al 1933, affrontata con politiche che avevano creato recessione e miseria, ha creato nel 1933 quel terribile mostro che è stato Hitler.
9) Se l´Europa decidesse di svalutare l’euro si creerebbe una massa monetaria che permetterebbe a tutti i Paesi aderenti alla moneta unica di rilanciare le proprie economie. In modo particolare l’Italia con l´iniezione di moneta derivante dalla svalutazione dell´euro potrebbe, senza sofferenza,affrontare le misure di riduzione della spesa pubblica e rimessa in efficienza del sistema. E il Governo potrebbe più facilmente chiedere agli italiani di non trasformare in aumento dei prezzi l´iniezione di risorse destinate al risanamento.
10) Ricordando un insegnamento di Milton Friedman che diceva: “In economia non esistono pasti gratis”, ridiamo più autonomia alle famiglie, diamo meno prestazioni falsamente gratuite (fonte di malcostume economico e alimento per tutte le mafie) e ridiamo maggiore efficienza alle amministrazioni pubbliche e riduciamo le tasse.
 
Più di 20 anni fa, il Beato Giovanni Paolo II, nell´enciclica “Centesimus annus” del 1991 (era il centenario della Rerum Novarum) al paragrafo n. 48 diceva:
“…disfunzioni e difetti nello Stato assistenziale derivano da un´inadeguata comprensione dei compiti propri dello Stato. Anche in questo campo deve essere rispettato il ´principio di sussidiarietà´: una società di ordine superiore non deve interferire nella vita interna di una società di ordine inferiore, privandola delle sue competenze, ma deve piuttosto sostenerla in caso di necessità e aiutarla a coordinare la sua azione con quella delle altre componenti sociali,in vista del bene comune”.
Un gruppo di economisti cattolici aveva, poco dopo, aggiunto: “Per uscire dall´attuale situazione è necessaria una progressiva riduzione dell´intervento pubblico e la rivalutazione dell´iniziativa privata, sia in campo economico che sociale. È urgente, pena un´inevitabile e prossima crisi fiscale, la cessazione dell´assistenzialismo di Stato e la restituzione alla persona, alla famiglia, ai corpi intermedi, alla società nel suo insieme, di tutte le funzioni che loro competono e che lo Stato ha in modo indebito avocato a sé”.
 
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