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Le ragioni di una speranza

Sfiorita nel marciume la Margherita e in caduta libera la Lega anche il trio Albercas ( Alfano-Bersani-Casini), con la ridicola proposta di riforma della legge sul rimborso elettorale dei partiti, precipita nella considerazione dei cittadini.
Anche il poetico governatore Vendola è entrato nell’occhio del ciclone dello scandalo sanitario pugliese e, dunque, anche a sinistra niente di nuovo.
 
Non se la passa meglio nemmeno il prof Monti e il suo governo dei tecnici, dato che il loro piano di riforme non sembra risolvere quei problemi drammatici in base ai quali si è giustificata la liquidazione del governo del Cavaliere, anche lui alle prese con le imminenti decisioni dei magistrati.
 
Alla vigilia di una consultazione amministrativa che, solo in parte, nasconderà il travaglio drammatico in cui versa la Repubblica, il rischio vero è che finisca con il prevalere, insieme al disimpegno, l’antipolitica dei grillini e dei dipietristi.
Con un tasso di disoccupazione giovanile oltre il 30% e la stangata fiscale che a Giugno farà scorrere lacrime e sangue per molti italiani, una generazione di quarantenni sfiduciata e impaurita dalle prospettive incerte che gravano sulla loro vecchiaia, per chi, come noi, crede ancora nella politica, è essenziale ritrovare le ragioni di una speranza.
 
Ereditata dalla terza generazione una DC ridotta alla frantumazione della sua diaspora, appesantiti dalla nostra incapacità di impedire quella pericolosa deriva e, in molti casi, resici complici e protagonisti di alcuni degli errori che ne determinarono la fine, dopo la sentenza della Cassazione che ha sancito non essere mai stata chiusa giuridicamente la DC, con un numero sufficiente di “consiglieri nazionali di buona volontà” eletti dall’ultimo congresso del partito (1989), ne abbiamo ripristinato secondo le norme statutarie gli organi.
Le motivazioni di questa scelta generosa e dovuta le ritroviamo ben espresse nel documento presentato dal neo segretario nazionale, On Gianni Fontana, che si può leggere nel sito degli amici dei circoli veneti “ Insieme”: www.insiemeweb.net e che alleghiamo.
 
Nessuna velleità di rifare la DC com’era e dopo uno sciagurato tempo della seconda repubblica caratterizzato da un bipolarismo anomalo e distruttivo, con partiti a conduzione cesaristica e populisti, senza più alcun riferimento solido ideale e seria omogeneità politico culturale.
 
L’idea è quella di rinnovare e concorrere ad aggiornare l’esperienza del cattolicesimo politico, ispirato ai valori della dottrina sociale della Chiesa declinati secondo gli orientamenti pastorali della Caritas in veritate, aperta alla confluenza di altre culture democratiche, liberali e riformiste che intendono costruire con noi la sezione italiana del Partito Popolare Europeo.
 
Nostra ambizione è quella di concorrere a questa costruzione da democratici cristiani, forti della migliore tradizione politica sturziana e degasperiana e di quanto di positivo la Democrazia Cristiana ha saputo rappresentare nel corso della sua lunga stagione di governo, per consegnare al prossimo congresso il testimone di questa esperienza a una nuova generazione di democratici cristiani.
 
I quarantenni di oggi sfiduciati e senza speranza, forti delle loro competenze e capaci di ridare anima allo stesso Partito Popolare Europeo, per ricollegarlo ai valori più genuini del popolarismo di coloro che ne furono i padri fondatori.
Italia e Democrazia Cristiana: ancora Insieme, questo lo slogan che si dovrebbe lanciare unitamente a un manifesto politico programmatico che la prossima direzione sarà chiamata a redigere e con il quale porsi in condizioni di ascolto delle comunità del Nord, del Centro e del Sud d’Italia per costruire insieme il nuovo partito.
 
Anche in ogni città e paese declineremo questa formula secondo le diverse realtà territoriali, nelle quali ricorderemo con i più anziani e faremo conoscere ai più giovani gli uomini migliori della Democrazia Cristiana. Quelli che contribuirono con la loro personale testimonianza e passione civile, fatta di onestà e di dedizione al bene comune, la storia di quelle comunità.
 
Insomma per ritrovare le ragioni di una speranza che, solo dalla partecipazione politica dal basso del popolo, permetterà di superare questa logora stagione nella quale si è consumata miseramente la seconda repubblica.
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