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L’Italia, paese di Cashwoman e campionesse di burlesque

Sono passati i tempi in cui si diceva: “Ah l’Italia, paese di santi, poeti e navigatori”. Ora basta scendere in strada, andare al bar, guardare la tv, leggere i giornali e si scoprono nuove tipologie di italianità. Evasori fiscali e parassiti del potere. Italiani che non rispettano le regole, egoisti, ladri, bugiardi, ricattatori, disposti a tutto pur di raggiungere la notorietà e il successo personale. E le ragazze? Ora vanno tanto di moda le “Cashwoman”, evoluzione naturale delle Escort d’alto bordo. Si tratta di ragazze giovani, belle e ambiziose. Alcune studiano ancora economia e giurisprudenza in Università, altre sono ragazze immagine di discoteche, ma tutte vogliono fare le meteorine, anche senza Emilio Fede. Sono miss disposte a partecipare a “innocenti” gare di burlesque in residenze private di non più giovani industriali e politici, al fine di vincere assegni in bianco, gioielli e appartamenti nel centro di Milano.
 
C’è un giovane cantante italiano, un rapper di nome Emis Killa, uno di quelli con diamante all’orecchio e tatuaggi sul braccio, che racconta la storia di una di queste ragazze:
 
“(Lei) …dice voglio vederti e le compri il Tom Tom, dice voglio sentirti e le compri l´I-Phone […] – un giro da Louis Vuitton, un giro da Prada, sì ti dona quella borsa ma ora chi paga?…Questa gatta miagola ma è una tarantola, ho la tachicardia speriamo che non veda il bancomat […] – A Milano la sera ci sono Cashwoman, a ogni angolo di strada tipo Mcdonald’s. […] – All´inizio ti chiamano con l´addebito, qualche giorno dopo le ricarichi il telefono e ti spremono, fino all´ultimo centesimo: “ma perchè non mi hai chiamata?” – “eh perche non ho più credito”…
 
Poi torno a casa, accendo la tv e vedo una ragazza bellissima che piange per aver vinto il Grande Fratello. Accendo il pc, e sulla prima pagina di un giornale on line vedo un reportage fotografico di una ex bocconiana, oggi starlette in declino della televisione italiana, che si fa fotografare senza mutande, a braccetto con il suo nuovo fidanzato, un avvocato sessantacinquenne. E che afferma di volersi accasare con il vecchio milionario così non deve più preoccuparsi, non deve più lavorare e si può comprare tutte le borse che vuole.
 
Poi vado dal giornalaio e sfogliando alcune riviste leggo con “estremo” interesse che la pupa Elena Morali e la miss e naufraga, ora famosa, Eliana Cartella, hanno affermato con coraggioso orgoglio di aver spremuto il figlio di Umberto Bossi quando si facevano – dallo stesso Trota – accompagnare e portare a cena nelle chiese sconsacrate, a mangiare ostriche, a bere champagne, in Porche, scortati, con i soldi del Partito.
 
E io mi spavento. Mi spavento perché vedo per strada un ragazzo, neo laureato, che all’ennesimo colloquio andato male, all’ennesimo stage non retribuito non confermato, all’ennesimo lavoro precario perso, è disperato, piange, e fa brutti pensieri.
 
Ecco, io sono molto preoccupato. Lo ripeto. A nome della mia generazione. Di quella parte sana, che ancora crede al valore legale del titolo di studio, che crede nella nobiltà del lavoro, che crede nel merito e che combatte la mediocrità, che crede nel proprio paese, nella costituzione, nei diritti fondamentali dell’uomo, nella politica che eroga servizi, e non che se li eroga a sé stessa per fini personali, che crede nella possibilità di cambiamento. Un cambiamento di rotta, un cambiamento di valori, per continuare a resistere, senza abbatterci, perché, Maya a parte, il futuro c’è ed è nostro.
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