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Russia, esperti rivedono Strategia 2020. Servono vere riforme

Una commissione incaricata dal governo russo di fare il punto sullo stato dell’economia federale ha proposto di rivedere il piano di riforme politiche, economiche e sociali condensato nella formula Strategia 2020, elaborata per la prima volta nel 2008. In un poderoso studio di 864 pagine gli esperti, in maggior parte professori universitari, si sono detti favorevoli alla trasformazione delle strutture economiche del paese al momento fortemente dipendenti dalle materie prime. Secondo gli esperti la futura sostenibilità del paese dovrà basarsi sullo sviluppo di scienza, tecnologia e forza lavoro altamente qualificata.
 
Nuovi modelli di crescita e politica sociale
Gli autori ritengono che l’obiettivo di un nuovo modello di crescita sia strettamente legato a quello di una nuova politica sociale. Affinché il rinnovamento abbia successo è fondamentale che la crescita reale russa non sia inferiore al 5 percento l’anno, affermano gli accademici mentre l’inflazione complessiva dovrà essere tenuta sotto la soglia del 5 percento. Il ministero russo delle finanze valuta che per l’anno in corso la crescita economica del paese sarà del 3,7 percento. Il livello della crescita dei prezzi al consumo, 6,1 percento lo scorso anno, è previsto in calo per gli anni successivi quando però il tasso di crescita sarà costantemente superiore al 4 percento. Secondo gli esperti russi oltre alla stabilità macroeconomica il paese ha bisogno di migliori condizioni per accedere ai mutui bancari mentre il carico fiscale imposto all’economia privata dovrà diminuire. Anche l’abolizione delle barriere che impediscono la concorrenza e l’attuazione di un ambizioso programma di privatizzazioni è parte importante del progetto di revisione di Strategia 2020. Lo studio afferma inoltre che la Russia dovrà necessariamente innalzare le competenze del capitale umano e aumentare la mobilità interna al paese. Secondo i professori l’influenza dello Stato nell’economia dovrà fare passi indietro anche in via di principio.
 
Riguardo il debito pubblico, la ricerca ribadisce che entro il 2020 questo dovrà essere pari allo 0,4 percento del Pil. Un obiettivo che secondo gli autori dello studio potrà essere raggiunto grazie a una politica fiscale basata su una manovra detta “più 4 meno 2”. Secondo questo modello lo stato dovrebbe investire il 4 percento delle proprie risorse nei settori dell’istruzione, sanità e infrastrutture stradali. Al contrario le spese per difesa, sicurezza e quelli degli stimoli statali all’economia dovrebbero scendere del 2 percento. Il buco di bilancio che ne seguirebbe potrà essere colmato con aumenti fiscali sui consumi di alcool e tabacco e i proventi delle privatizzazioni. Gli accademici ritengono inoltre necessario innalzare l’età pensionabile a 63 anni.
 
Incertezze economiche e politiche
Anche se la nuova Strategia 2020 si presenta come un progetto di programma governativo, la sua realizzazione è incerta. Altrettanto vaga è la composizione del nuovo governo russo dopo le presidenziali di marzo. Unica cosa certa è che Putin sarà il nuovo presidente mentre il suo predecessore Dimitry Medvedev occuperà la poltrona di primo ministro. Al momento a Mosca si susseguono le speculazioni si chi occuperà gli altri posti dell’esecutivo. La costituzione del nuovo governo vale come test della volontà riformatrice di Vladimir Putin.
 
Nelle sue dichiarazioni ai media Vladimir Mau, uno dei coordinatori del gruppo di esperti, ha sottolineato di considerarsi “un realista”. Secondo l’economista lo studio non potrà fare altro che stimolare la discussione. In linea di principio le indicazioni contenute in Strategia 2020 vanno però in senso contrario alle promesse elettorali fatte da Putin: aumento delle spese sociali e per la difesa. In realtà il vero dilemma del presidente eletto è proprio qui. Putin deve riformare l’economia affinché questa prosperi e diventi la base della popolarità del presidente. Contemporaneamente dovrà soddisfare la propria clientela che dal capo dello stato si attende provvedimenti paternalistici, ossia improntati alla spesa sociale. Secondo l’economista Sergej Gurijev, Putin utilizzerà la vittoria elettorale per guadagnare tempo e rinviare cosi la messa in campo di riforme incisive. Per il semplice fatto di aver posto l’ordine del giorno della discussione sociale Strategia 2020 ha però già avuto un forte impatto. Alla domanda se il nuovo governo si caratterizzerà in senso liberale oppure se strutture della sicurezza giocheranno di nuovo un ruolo determinate, l’analista ha risposto allargando le braccia.
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