Skip to main content

Ad Atene trionfa la Politica

La decisione dei partiti greci di non sostenere un governo tecnico ha gettato nel caos il sistema finanziario ma ha segnato la restaurazione della politica, l’arte regia di Platone. Andando alle urne, i politici greci hanno smesso di considerare l’Euro la costituzione materiale del Paese e hanno, invece, riconosciuto la sovranità del popolo. Con il loro voto, i Greci decideranno se o a quali condizioni rimanere nell’Euro (l’Euro, forse è il caso di ricordarlo, non è l’Europa). L’eventuale uscita avrà un altissimo costo economico e sociale. Sono tutti d’accordo. Non capisco, però, per quale ragione questo costo non possa, a sua volta, essere oggetto di valutazione. La pretesa che le decisioni politiche siano governate dalla convenienza economica è figlia dell’ideologia della sovranità del mercato. Ma la politica non si riduce all’economia. L’economia è un ordine tra gli ordini della società e alla politica spetta trovare la sintesi e dare l’indirizzo. Purché consapevole dei rischi che corre, il popolo può essere chiamato a valutare se intende rimanere o meno nell’Euro. Confesso che non sono in grado di esprimermi sul punto. Ma questo non mi impedisce di gioire per il fatto che proprio ad Atene, dove è nata la polis, sia tornata a trionfare la Politica. Anche perché sono convinto che, qualunque sia il verdetto delle urne, la crisi greca potrà servire a rilanciare l’Europa unita. A condizione, però, che l’occasione sia colta per rilegittimarne il progetto sulla sovranità popolare (aml).   



×

Iscriviti alla newsletter