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Il valzer Merkozy è finito. E ora ripensiamo l’Europa

Il 6 maggio 2012 segna “un punto e a capo” per l´Europa. Il ritorno dopo 17 anni all´Eliseo dei socialisti con François Hollande, il trionfo dei partiti anti-Bruxelles ad Atene, il successo dei pirati in Germania che balzano all´8,2% rivelano che tira una nuova aria, lontana dai numeri e dall´austerità imposti fin qui.
“La tornata elettorale europea ha dimostrato ampiamente che le ragioni della finanza, quando non sono subordinate a quelle della politica, sono destinate alla sconfitta o quantomeno alla dura contestazione”, commenta Gennaro Malgieri, deputato Pdl e rappresentante della Camera presso l´Assemblea parlamentare euromediterranea. Per questo, “le elezioni francesi e in altri Paesi dell´Ue porteranno a una riconsiderazione delle politiche economiche e finanziarie dell´era Merkozy che mi pare sia stata sconfessata dal voto dei popoli”.
 
Secondo Malgieri, se si continua su questa linea il rischio è grande: “Politiche rigoriste non accompagnate da visioni comprendenti crescita e sviluppo sono destinate all´impoverimento delle persone e dunque all´innesco di reazioni e conflitti di carattere sociale le cui conseguenze potrebbero assumere fattezze drammatiche”.
C´è in questione l´identità stessa dell´Europa. Per il deputato Pdl, “è stata sconfessata e lo sarà sempre di più l´idea di Unione europea così come è stata pensata e costruita dai burocrati e dai banchieri che si sono sovrapposti ai politici. Questi ultimi hanno dimostrato la loro incapacità nell´immaginare una vera grande Europa delle nazioni, dei popoli e degli Stati cioè una comunità di ottocento milioni di uomini capace di essere una forza viva nello scacchiere internazionale. Questa Europa non è l´Europa dei padri fondatori e non assomiglia per nulla all´idea che le genti europee si sono fatte nel corso degli ultimi decenni”.
Ripensare l´Europa è fondamentale per Malgieri perché “vuol dire ripensare il destino della nazioni europee nel più vasto ambito continentale. Vuol dire in buona sostanza riaffermare il primato della politica sulla finanza”.
 
In Francia
Al nuovo re dell´Eliseo spetta un compito non facile:
“A oggi Hollande, che ha davanti a sé una Francia profondamente divisa, dovrà impegnarsi innanzitutto nella ricostruzione dopo la rottura provocata dall´avventatezza di Sarkozy ma il suo compito sarà anche quello di passare dalle parole ai fatti e tentare di attivare politiche sostenibili in un quadro preoccupante. L´alto deficit francese unito ad una disoccupazione al 10% e a un più generale impoverimento del ceto medio non sono questioni che possono essere affrontate con la demagogia populista di una campagna elettorale”.
 
In Italia
E nel nostro Paese quali saranno le conseguenze? Bersani potrà diventare l´Hollande italiano? Malgieri non ha dubbi: “Il leader del Partito democratico potrà fare tutto tranne che diventare l´Hollande italiano, intanto perché non ha dietro di sé una sinistra capace di unirsi e riconoscersi in un leader unitario. Poi perché la contraddizione tra il desiderio e la realtà che caratterizza la sua politica è talmente evidente che non si può nascondere”. In altri termini si chiede il deputato Pdl, “come fa il leader dei Ds a sostenere la politica economica di Monti, ispirata dalla Bce e quindi in linea con gli interessi tedeschi, ed essere nello stesso tempo a favore del neo eletto presidente francese che ha vinto proprio contrastando tutto questo? È un dilemma non da poco che fa apparire la sinistra e in particolare il Pd confuso, sbandato, privo di un´identità politica oltre che di una unitaria e coerente cultura del cambiamento”.

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