Skip to main content

DISPONIBILI GLI ULTIMI NUMERI DELLE NOSTRE RIVISTE.

 

ultima rivista formiche
ultima rivista airpress

Letture Kosher di maggio

In una soffitta nelle campagne newyorkesi, “terreno vergine che il Signore non aveva mai promesso a nessuno”, vive nascosta, meglio di tanti altri, Anne Frank, impegnata nel completare un secondo romanzo non meno di successo rispetto al suo primo illustre diario.
 
Nel tentativo di sciogliere il comprensibile blocco di scrittura per colei che ha venduto 32 milioni di copie in un sol colpo, Anne passa le sue giornate consumando pane azzimo, aringhe, gefilte fish e borscht (consegnati naturalmente a domicilio), condizionando la vita di un’intera famiglia e di un saltuario coinquilino, attraverso battiti corrosivi sulle bocchette dell’aria della vecchia casa di campagna.
Sempre nella stessa dimora, incastrato tra una moglie a cui augura un’avventura romantica con Philip Roth, oppure con una sua sosia, un figlio malato, una madre impegnata ad adottare tutti i post-traumi di una sopravvissuta della Shoah di cui non ha mai fatto parte, Solomon Kugel (sofferente protagonista) non può che seguire religiosamente il suo psicologo, il professore Jova, aspettando che il suo mantra “Arrendetevi e vivrete più a lungo” diventi un undicesimo comandamento per un’intera comunità di pazienti speranzosi e quindi afflitti di infelicità.
 
Un giorno Kugel salendo in soffitta alla ricerca dei topi, si imbatte in una insidiosa figura femminile che si presenta come Anne Frank. “Io non so chi sei” dice Kugel alla presunta rappresentante della sofferenza umana, “né come sei arrivata quassù. Ma ti dico solo quello che so: so che Anne Frank è morta ad Auschwitz”. “Era Bergen-Belsen, deficiente” rispose la Frank, aggiornando l’elenco della spesa per una consegna a domicilio.
 
Con evidenti tracce kafkiane nella riedizione moderna di un Giobbe torturato da se stesso piuttosto che da Dio, dove la speranza si tramuta in tragedia, esce in Italia Prove per un incendio, l’ultimo romanzo di Shalom Auslander, pubblicato come i suoi precedenti da Guanda.
L’autore sembra voler chiudere i conti con (e contro) Dio o almeno lasciarli in sospeso, dedicandosi ad un allettante resoconto dell’arte di arrendersi, della speranza come fonte dell’infelicità umana.
 
“Rabbia e depressione non sono malattie, disfunzioni o anomalie, sono risposte assolutamente razionali alla miriade di delusioni che potremmo evitare e che sorgono da una speranza profondamente irrazionale”. Anne, la ragazza sorridente è diventata un’anziana a tratti opportunista che, nonostante anni trascorsi in soffitta, non ha perso neanche per un istante la sua lucidità.
 
Con invidiante autoironia e una straordinaria capacità di analisi, Auslander osserva da un punto di vista nuovo ed estroso il mestiere più antico al mondo chiamato sopravvivenza, ovvero non più alla vita in quanto speranza di un futuro migliore.
Ovunque continua ad aleggiare quel che chiama “l’odore dell’onestà”. Arma fondamentale per chi come Kugel si rende conto che il sesso è più facile che spiegare lo sterminio. “Come si fa a spiegare una cosa come questa, come l’odio, come il genocidio” si domanda Kugel.
 
Mentre Anne si ricorda come sia spesso più facile proteggere un bambino dal mondo esterno. Tuttavia è all’interno del suo mondo che la faccenda si complica. Una riflessione arguta in barba all’ottimismo della tradizione ebraica; analisi della sofferenza umana per nulla politicamente corretta e anche per questo piena di trasgressione e intelligenza.
×

Iscriviti alla newsletter