I buoni esempi sono utili al momento di pensare a possibili soluzioni. E in questo il Brasile è più che un caso di successo. I pronostici erano di una crescita del Pil del 4,5% nel 2012 ma, con gli effetti della recensione mondiale, potrà raggiungere solo il 3%.
Il presidente Dilma Rousseff ha duramente criticato la formula con la quale l´Europa crede di affrontare la crisi. In un incontro nella città di Laguna, nello stato di Santa Catarina, l’ideatrice delle politiche economiche del Paese più emergente dell’America latina ha contrapposto le misure di austerità con la quale gli europei stanno provando a combattere la crisi con le azioni che ha portato avanti il governo del Brasile: favorire il consumo interno, la creazione di posti di lavoro e lo sviluppo economico.
Rousseff assicura che il suo Paese è preparato al 300% per fare fronte a qualsiasi eventualità. “Al posto di aspettare la crisi, il Brasile è attivo negli investimenti. Noi resisteremo alla crisi creando impieghi, investendo nelle infrastrutture e nelle attività sociali”, ha detto in chiaro riferimento all’Europa. “Alcuni Paesi europei hanno indici di impiego che noi non riusciamo neanche ad immaginare”, ha aggiunto.
Le ultime misure riguardano l’aumento della produzione nazionale. Rousseff ha contrattato che i crediti per l’acquisto delle auto di produzione nazionale abbiano interessi più bassi e meno tasse. Le banche sono recettive alle proposte, mentre la Banca Nazionale di Sviluppo Economico e Sociale (Bndes) continua ad offrire crediti alla piccola e media industria e ai progetti imprenditoriali. L’ordine è aprire al credito dei settori che più ne hanno bisogno. Continueremmo ad offrire aiuto a chi ne ha necessità”, ha detto Rousseff. E la formula sembra vincente.
