Il presidente russo Vladimir Putin ha firmato il decreto della nomina a primo ministro federale Dimitry Medvedev. In precedenza la maggioranza della Duma aveva votato a favore dell’ex capo dello Stato indicato dallo stesso Putin. Nei “si” di maggioranza, 299 contro 144, ci sono alche alcuni deputati di Russia Giusta, forza politica che nelle sue dichiarazioni di voto si era espressa contro Medvedev. Presentando la candidatura del nuovo primo ministro Putin aveva negato che questa fosse legata a “intrighi politici” di qualsiasi tipo. Si tratta di qualcosa decisa “apertamente” prima delle “elezioni legislative e presidenziali” ha ricordato Putin.
Il nuovo premier intervenendo davanti ai deputati prima del voto di conferma ha ribadito alcuni dei capisaldi della proprio mandato presidenziale, come la convinzione che il “potere politico non debba essere separato dal popolo”. Medvedev ha fatto capire che il nuovo governo sarà “rinnovato all’ottanta per cento”. Secondo molti politologi russi il “nuovo premier non sarà più autonomo del vecchio capo di stato”. Per Aleksej Makarkin, analista del Centro di tecnologie politiche, Medvedev “difficilmente nominerà” da solo i “ministri chiave dell’esecutivo”. Ciò nonostante il nuovo capo del governo sarà “un leader più forte dei premier che si sono succeduti nei precedenti mandati di Putin: Zubkov e Fradkov”.
Il presidente del fondo Politica di Pietroburgo, Mikhail Vinogradov, ritiene che il nuovo esecutivo possa tenere in conto le richieste venute dalle recenti manifestazioni di piazza. Importante però che Medvedev dia prova di “autonomia politica” ha sottolineato Vinogradov.