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Smart Defence, la Nato alla ricerca del proprio futuro

Smart Defence. È questo il concetto alla base della futura strategia Nato. Lo ha sottolineato Barack Obama aprendo il vertice dell’Alleanza atlantica a Chicago. Secondo il presidente Usa la struttura transatlantica dovrà diventare un “moltiplicatore delle forze” dei paesi membri, per raggiungere obiettivi impossibili per i singoli stati.
 
La Casa Bianca ritiene che gli anni trascorsi dalla fondazione dell’alleanza abbiano “fortemente trasformato le sue modalità operative” non però gli scopi “sicurezza collettiva, per la difesa della libertà e integrità dei cittadini” alla base della sua nascita. Nuove forme di cooperazione tra gruppi di paesi Nato per raggiungere determinati scopi questo il senso della Smart Defence, per la quale i 28 capi di stato e di governo dei paesi Nato si sono detti pronti a cedere maggiore sovranità.
 
Come esempio è stato fatto il caso di un paese che invece di rinnovare la propria aviazione militare, cede la difesa del proprio spazio aereo a uno stato vicino più attrezzato allo scopo. Una divisione dei compiti che l’alleanza atlantica ha già messo in pratica per la sorveglianza dello spazio aereo baltico.
 
Tra i progetti comuni discussi oggi nella città dell’Illinois vi sono anche l’unificazione dei rifornimenti di carburante per le truppe in azione o quello delle munizioni per i jet da caccia. Utilizzando al meglio le esperienze afghana e irakena, i robot per disinnescare mine e bombe verranno costruiti e utilizzati multilateralmente.

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