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Anniversario dei non-luoghi di Marc Augè

Marc Augè è uno degli antropologi più famosi al mondo. È francese, classe 1935, ed è uno dei guru internazionali dell’etnologia. Sarà in Italia il 15 giugno per partecipare alla giornata inaugurale del Festival dell’Energia con il suo libro “City 2.0. Il futuro delle città”.
 
Augè è un attento conoscitore di spazi urbani, e non solo. Nella primavera del 1992, l’antropologo divenne famoso con la pubblicazione del classico “Non luoghi”, un testo che fa riferimento ai luoghi di transito che non hanno abbastanza importanza per essere considerati luoghi ma hanno di per se una carica significativa. Sono spazi antropologici, storici e di gran vitalità, con i quali gli individui si rapportano continuamente. Ad esempio? Un “non-luogo” è un’autostrada, la stanza di un albergo, un supermercato, un aeroporto.
 
Non ha spazi configurati, è circostanziale e definito per il passo delle persone. Dentro di loro la comunicazione è più artificiale. Ognuno viene identificato con un ticket, un biglietto o un passaporto. Anche se non esistono indicatori chiari su cosa rende un non-luogo tale, il contributo di Augè è stato fondamentale per ripensarci come massa, collettivo, che nel suo vivere e nei rapporti dà identità anche agli spazi. Con diritti, dinamiche e significati. Un’altra dimensione che il maestro dell’etnologia ha definito come “sovramodernità”.


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