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Chi ha ucciso Melissa Bassi?

Tanta fretta di “sbattere” il mostro in prima pagina, quello sbagliato, e poi più niente fino a oggi. Le luci dei riflettori si erano spente su Brindisi. Nuove tragedie richiedevano telecamere, macchine fotografiche e cronisti per essere raccontate. Il silenzio mediatico calato sulla città pugliese, come ha scritto Marco Imarisio sul Corriere della Sera, non può che aiutare gli investigatori nel trovare il colpevole di quel terribile gesto. Ci vanno cauti anche adesso che la svolta sembra vicina e un sospetto è stato fermato per accertamenti. Non vogliono ripetere errori già commessi.
 
Il questore di Brindisi ha fatto sapere che ogni giorno oltre cento uomini, “in simbiosi operativa con i reparti investigativi, giornalmente presidiano l´intero territorio, presenziano all´ingresso ed all´uscita degli studenti dai numerosi plessi scolastici, monitorano persone e veicoli, osservano, attuano simultaneamente perquisizioni e posti di blocco, eseguono controlli mirati su soggetti di elevata caratura criminale, esercitano pressione su persone orbitanti organizzazioni criminali”. L´operazione chiamata “Alto impatto” per ora ha portato al controllo di 1400 persone, a 32 perquisizioni, 28 persone denunciate per reati contro il patrimonio e all´arresto di una 23enne sorpresa in un furto che forse nemmeno sa chi sia Melissa Bassi. Il capo della polizia Antonio Manganelli ha chiarito che a compiere l´attentato non è stato né il Fai né la mafia.
 
Ma la domanda è: allora chi è stato? Chi ha schiacciato quel bottone che ha spento, per sempre, la vita di una ragazza di 16 anni e acceso, per sempre, la paura di decine di suoi coetanei che ogni mattina esitano in quello che dovrebbe essere il gesto più sicuro di tutti, entrare a scuola? Non desideriamo che l´attentato di Brindisi torni ad essere l´argomento clou di una nuova puntata di Porta a porta o di Quarto grado. Solo che questa domanda non sia dimenticata e resti a interrogarci tutti. Che le luci si spengano su clamori e false notizie. Ma non su Melissa. Chi le vuole bene, chi vuole bene a questo Paese, merita presto di sapere chi se l´è portata via.


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