Da Mosca
Tifosi, spettatori e opinione pubblica russa tengono ovviamente per la propria squadra. Si va però facendo strada un panslavismo calcistico che spinge a prendere le parti di ogni squadra “slava” in campo. Salvo la Polonia visto che è nello stesso girone russo e compete con la repubblica Ceca per il passaggio del turno. Una sindrome pro slava che, nonostante la innegabile simpatia per il nostro paese, ha colpito anche gli azzurri. Nei bar e uffici pubblici di Mosca il giorno dopo la partita con la Croazia i molodjets, bravi, per i calciatori di Zagabria si sprecavano. Ma vi è stato anche chi ha sottolineato la mancanza di “nervi saldi” per usare un eufemismo degli azzurri dopo il pareggio balcanico. Più gentile il commentatore della diretta televisiva. Dopo il gol l’Italia sarebbe stata presa dal “panico”.
Russia vs. Grecia
In attesa del match contro la Grecia, sale in Russia la febbre calcistica “europea”. Domani a meno di sorprese clamorose e imprevedibili, la sbornaja federale passerà il turno. Contemporaneamente due teppisti russi sono stati condannati a Varsavia, un paio di mesi di carcere, per gli scontri precedenti e successivi alla partita con la squadra polacca. La condanna del comportamento dei propri teppisti ha permesso alla speaker del Consiglio della Federazione, la Camera alta del parlamento federale, a dare il fuoco alle polveri di un’altra polemica. Secondo Valentina Matvienenko i calciatori russi non possono non cantare l’inno nazionale quando le squadre sono schierate in attesa del match.Partecipare tutti al coro“Spero comunque che chi non lo canta lo fa perché stonato e non perché non conosce le parole” ha sottolineato l’ex primo cittadino di San Pietroburgo all’agenzia Ria “Novosti”. Ovviamente questo difetto non esonera dall’obbligo di essere attivi la momento dell’esecuzione dell’inno. “Non essere in grado di cantare non è un motivo sufficiente per fare scena muta” ha fatto presente Valentina Matvienenko. La signora che ha preso parte a tutti gli incontri della sua nazionale ha notato “come gli atleti delle altre rappresentative cantino al momento dell’esecuzione dell’inno nazionale”. Il parere della rappresentante del potere federale è tornata sugli scontri dei giorni scorsi tra teppisti russi e polacchi stigmatizzando il comportamento tenuto dalla polizia durante le violenze di strada. “A Varsavia le forze dell’ordine non sono state all’altezza della situazione. Poca secondo il parlamentare di Mosca la professionalità mostrata dagli agenti” al momento di sedare gli incidenti. Sulla questione dell’inno la radio della capitale, Echo di Mosca, ha dato il via all’ennesima linea diretta con i propri microfoni ascoltatori. Dopo interventi arrivati dai cittadini russi sparsi in Europa, secondo un ascoltatore da Berlino in Germania l’inno lo cantano solo i tedeschi assimilati mentre quelli “etnicamente puri” non fanno nemmeno finta di cantarlo. Il sondaggio finale ha dato risultati contraddittori. Per il 71,4 percento dei votanti online si deve cantare. Al contrario chi si è espresso telefonicamente ha dato un responso quasi opposto. L’obbligo a partecipare all’esecuzione dell’inno vale solo per il 27,1 percento.