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Glossario di intelligence, ecco l’abc dei Servizi segreti

Il precursore di questo strumento è stato l’Abecedario di Francesco Cossiga. Il tributo al Presidente emerito della Repubblica “picconatore” è del sottosegretario Gianni De Gennaro nell’introdurre il primo “glossario di intelligence”, presentato oggi a Palazzo Chigi.
Così come nel primo tentativo del Senatore a vita scomparso due anni fa, l’idea è quella di “dare un nome alle cose” e contribuire a sollevare il velo di mistero che avvolge i Servizi segreti. Tra i tanti vocaboli presenti nel glossario e che ora sembreranno meno oscuri, ci sono parole come “nos”, “cifratura”, “humint”, “comint”, “segreto di stato” e “verifica ambientale”.
 
Il glossario vede la luce dopo la legge di riforma dei Servizi e ha l’obiettivo di realizzare un diverso rapporto tra l’intelligence e l’opinione pubblica basato sulla trasparenza, come ha sottolineato il nuovo direttore del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza, Giampiero Massolo, soffermandosi poi sul tema della promozione della cultura della sicurezza.
Il capo del Dis ha definito il testo “un punto di arrivo ma anche un punto di partenza verso una revisione” del comparto, “inedito prodotto del lavoro delle due agenzie e del coordinamento del Dis”.
 
Alla presentazione di oggi, il segretario generale dell´Aspen Angelo Maria Petroni ha ammesso che “uno strumento di questo genere, venti anni fa, sarebbe stato impensabile”. E l´ex direttore dell´Aise, Bruno Branciforte, ha ricordato che in alcune circostanze, in passato, c´è stata una evidente mancanza della cultura di intelligence.
Nella prefazione al testo, si legge: “Il linguaggio degli organismi informativi – Glossario intelligence si prefigge di definire i vocaboli principali utilizzati dalla comunità intelligence italiana, in un’elencazione, certamente non esaustiva, intesa a fornire un contributo ad un più corretto inquadramento del quotidiano operare delle strutture chiamate a garantire la sicurezza nazionale”.
Un contributo che vuole chiarire come gli “organismi informativi possono riconoscersi nell’espressione ‘servizi segreti’ solo in quanto di essa si colga e venga valorizzata la funzione di ‘servizio’ a favore del Paese”.

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