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Nucleare iraniano, non decolla la conferenza di Mosca

Lontana dal produrre risultati accettabili la conferenza di Mosca sul programma atomico iraniano. Ieri era stato il vice ministro degli esteri russo, Sergej Riabkov, a definire “difficilmente compatibili” le differenti posizioni delle parti che da due giorni tentano un compromesso. Oggi l’agenzia iraniana Irna cita una fonte anonima di Teheran per parlare di “difficoltà” nei negoziati. Dopo una pausa nella seconda mattinata le trattative sembrano riprese nella capitale russa. A Mosca al gruppo “5+1” che normalmente affronta il dossier del nucleare iraniano – Consiglio di sicurezza Onu più Germania – il Cremlino ha voluto aggiungere proprio i rappresentanti della repubblica islamica.
 
Impasse sulle proposte iranianeSecondo Irna l’impasse attuale riguarda i dettagli presentati da Teheran per risolvere il dossier e “la necessità del gruppo di avere più tempo a disposizione” per rispondere. In un primo momento era sembrato che la richiesta russo-occidentale, allungare di un giorno il vertice, fosse stata accettata dalla delegazione di Teheran. Ora invece non si hanno certezze riguardo il futuro del summit. I negoziatori sospettano l’Iran di voler produrre nucleare a scopi bellici e chiedono di ridurre notevolmente la quota, 20 percento, di arricchimento dell’uranio. Una pretesa alla quale il responsabile della delegazione iraniana ha reagito definendo “assoluto” il diritto del proprio paese a produrre il materiale. In precedenza era stato Mahmud Ahmadinejad a far presente che l’arricchimento dell’uranio servirebbe scopi esclusivamente “sanitari”.
Il piano portato oggi al tavolo dei negoziati dal responsabile di Teheran contiene le proposte del paese articolate in cinque punti. Accettandolo si aprirebbe la porta a “a posizioni costruttive” ha affermato Said Jalili. Al contrario del vecchio percorso che “non avrebbe chance”. Fine del processo di arricchimento e scambio del materiale già eleborato con carburante di cui il paese ha estremo bisogno. Queste le “esigenze” cui le grandi potenze continuano a essere unite secondo Michael Mann.
 
Nulla di nuovo L’addetto stampa della responsabile della politica estera Ue Catherine Ashton, ha ribadito quanto detto ieri ai giornalisti. Alleggerimento o inasprimento delle sanzioni internazionali a seconda della disponibilità iraniana al compromesso. Mann ha definito le posizioni esposte dalla repubblica islamica “già conosciute, compresi i lamenti sul passato”. Anche nel corso delle precedenti conferenze, Istanbul in aprile e Bagdad a maggio, la parti si erano separate prendendo atto delle proprie divergenze.Il fallimento dell’attuale conferenza, oltre a segnare uno scacco per gli organizzatori che intendevano puntare su questo formato per affrontare gli altri dossier mediorientali, potrebbe spingere Usa e Israele a evocare l’eventualità dell’opzione militare come ultima ratio per bloccare il programma atomico dei mullah. Le trattative di Mosca avvengono avendo sullo sfondo l’embargo petrolifero Ue, attivo dal 1 luglio, e l’inasprimento delle sanzioni Usa su chi tratta l’oro nero iraniano e frequenta le banche di Teheran.

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