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San Pietroburgo, Putin corruzione vera minaccia per la Russia

La maggior minaccia allo sviluppo della Federazione viene dalla stessa Russia. Dalla corruzione in cui il paese rischia di sprofondare. Sta qui il vero pericolo per la stabilità del paese. Vladimir Putin utilizza la platea globale del Forum economico di San Pietroburgo per ribadire uno dei suoi maggiori timori. “Più delle oscillazioni del prezzo del petrolio” è la mazzetta che impedisce al paese di portarsi al livello potenzialmente garantito dalle proprie ricchezze naturali. Secondo il capo dello stato “le persone, le aziende, sono stanche di questa lotta quotidiana. Stanche del pizzo chiesto da organi dello stato, branche della giustizia, settori della sicurezza, dell’apparato dello stato e aziende pubbliche. La battaglia contro questo flagello è però solo uno dei compiti che attendono l’amministrazione federale secondo quanto detto oggi dal capo dello stato nella città sulle riva della Neva.Consenso sociale per trasformare il paese
“Occorre consenso sociale per un vasto piano di trasformazione del paese”, ha sottolineato Putin affermando che sarà questo il compito principale del suo terzo mandato presidenziale. Una Russia più aperta alla concorrenza, con nuove possibilità nell’arena del business globale, non può che fondarsi su uno “stato al servizio di cittadini e società”. Obiettivi raggiungibile però solo se verrà mantenuta la stabilità macroeconomica. A questo proposito il presidente russo si augura che la comunità internazionale si dia “regole finanziarie che impediscano crisi come quella che sta vivendo al momento l’Europa”. Putin ritiene fondamentale controllare il bilancio statale e disciplina finanziaria. Unici metodi in grado di bloccare speculazioni finanziarie e populismo politico. Richiamandosi a uno degli slogan del Forum il leader russo ha sottolineato come la capacità di leadership stia “nella capacità di trovare soluzioni all’attuale stagnazione economico-finanziaria”. Chi non è in grado di ottenere risultati non può dare ai cittadini speranze per un futuro migliore. Durante il suo mandato la libertà di movimento dei capitali internazionali non verrà toccata ha rassicurato Putin.
 
Libertà economica ma non monopoli privati
 
“Sappiamo quanto sia importante la stabilità per gli investitori. Al contrario le misure amministrative non aiutano il funzionamento dell’economia” ha fatto presente l’ex primo ministro di Mosca. Nel 2011 il flusso di liquidità che ha abbandonato al Federazione è stato pari a 80,5 miliardi di dollari, nei primi cinque mesi dell’anno in corso già 46,4 miliardi di valuta Usa ha salutato le banche federali. Anche riguardo le privatizzazioni il capo dello stato si è mostrato aperto. “Vanno fatte” ha ribadito Putin ma in maniera ordinata. La Russia “non vuole il capitalismo di stato”ma nemmeno il passaggio dai “monopoli di stato a quelli privati”. A questo riguardo il capo dello stato ha lodato gli investitori esteri che operano in maniera “seria e strategica”. Esperienze positive a questo riguardo la Russia le ha fatte con “aziende straniere operanti nel settore dell’energia elettrica”. Si tratta di investitori che mostrandosi pronti al rischio in “momenti di crisi” hanno dato un contributo importante alle capacità produttive della Federazione. Un gesto distensivo verso la crisi europea Putin lo ha fatto quando ha negato qualsiasi intenzione di toccare il livello di riserve in euro detenuto dagli istituti russi. “Nonostante i problemi della valuta europea non faremo nessun passo unilaterale per aggravare questa situazione”. Secondo le parole del capo dello stato l’economia mondiale dipende dalle mosse fatte da tutti e ciò impone la massima responsabilità di ogni istituzione internazionale.

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