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Brasile, dove leggere rende liberi

Il Brasile ha la quarta popolazione carceraria più grande del mondo, dopo gli Stati Uniti, la Cina e la Russia. Ci sono 514.582 prigionieri, circa 200mila in più della capacità massima, secondo il Centro Internazionale per gli Studi delle prigioni (Icps). La cifra è cresciuta dal 1992, quando i detenuti del Brasile erano 114.377.
 
Le Nazioni Unite hanno condannato le condizioni in cui vivono i detenuti. Le carceri brasiliane sembrano più una scuola di criminalità che un centro di riabilitazione. Esiste una legge che permette di accorciare le sentenze in cambio di tempo impiegato nello studio o lavoro, ma meno del 20% dei carcerati sfrutta questa opportunità. Ed è per questo che le autorità stanno ideando nuove forme e stimoli per il tempo libero dei detenuti.
 
Lo scorso 22 giugno è stata approvato dalla corte brasiliana un progetto che istituzionalizza la riduzione delle sentenze in quattro carceri federali del paese (quelle con i reclusi ad alta pericolosità) grazie alla lettura dei libri. La lettura come lavoro, come studio ma anche come una forma di riabilitazione.
 
Il progetto di “indulgenza dalla lettura” è nato nel piccolo paesino di Catanduvas nel 2009 ma gli effetti positivi hanno fatto sì che sia diffuso a livello nazionale. Il programma stabilisce che i detenuti potranno scontare fino a 48 giorni ogni anno grazie alla lettura di 12 opere letterarie, filosofiche, classiche o scientifiche. Dopo avere letto un libro in un periodo massimo di 30 giorni, il detenuto deve realizzare una recensione del testo che sarà valutata per un giudice che gli sconterà quattro giorni per ogni volume.
 
Le biblioteche delle carcerei federali del Brasile hanno una gran varietà di libri acquisiti e donati. Da “Il giovane Holden” di J.D. Salinger, “L’arte della felicità ” del Dalai Lama a la saga di “Harry Potter ” di J.K Rowling.


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