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Elezioni Usa. Il prezzo del mais gioca contro Obama

Circa il 61% del territorio statunitense soffre di una gravissima siccità. Gli esperti l’hanno qualificata da moderata a estrema e si tratta del fenomeno più grave dal dicembre del 1956, quando 58% del territorio è stato colpito dalla siccità. Il centro di dati climatici della National Oceanic and Atmospheric Administration (Noaa) a Asheville, nel Carolina del Nord, ha allertato sull’intensificazione della siccità dalla fine di luglio in poi nel rapporto “Stato del Clima”. E ha incentrato il momento più critico negli ultimi tre mesi, che sono il periodo in cui le coltivazioni di questi alimenti sono particolarmente vulnerabili.
 
La produzione più danneggiata è quella del mais e la soia. “Il terreno si è seccato e le coltivazione si stanno deteriorando ad un ritmo mai visto negli ultimi 18 anni”, spiega il rapporto, che si basa nello studio comparativo di dati che rimontano nel 1895 e che viene ampiamente analizzato nel informe di osservazione U.S. Drought Monitor.
 
Una situazione che inevitabilmente si rispecchierà in un aumento dei prezzi degli alimenti ma anche dei beni industriali. Come è successo durante la crisi del 2007-2008, quando i prezzi del grano, tra altre materie prima, sono schizzate al cielo a causa della riduzione delle scorte e l’aumento dei prezzi dei fertilizzanti. La conseguenza più diretta è stato l’assalto ai magazzini in Egitto, Indonesia, Bangladesh ed Haiti. Ma anche in Europa si è sentito il colpo, al di là di astratti indici macro-economici, e con un’evidente aumento diretto nella spesa dei cittadini comuni.
 
Come ha indicato Patrik Jonsson in un articolo pubblicato sul The Christian Science Monitor, già negli ultimi due mesi il prezzo del mais è aumento del 50% negli Stati Uniti, che continuano ad essere terzo produttore mondiale. Le condizioni climatiche potrebbero migliorare nel Texas e nella Georgia, non invece nel Midwest, ma purtroppo i prezzi saliranno lo stesso.
 
Un altro effetto di questo aumento del valore delle materie prima sarà sulle elezioni presidenziali americane. Anche se Barack Obama si è impegnato nel trovare una soluzione al problema del cambiamento climatico, causa ovvia della siccità, questa nuova crisi alimentare potrebbe essere un duro colpo nella campagna. Non più la guerra e il terrorismo ma saranno l’inflazione e il reddito gli elementi che condizioneranno la scelta dei votanti.
 
Non si sa quanto e quando aumenteranno i prezzi, magari dopo l’appuntamento elettorale di novembre. Ma un ulteriore aumento nell’industria alimentare, dal pacco di cereali per la colazione alle tonnellate di mais per il biodiesel, in un momento di crisi finanziaria ed economica come quello in corso, potrebbe essere catastrofico, colpendo un’economia già molto debole.


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