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Eurozona, dalla Germania segni negativi per l’economia europea

Lontana la fine della recessione europea. Lo rivela l’istituto tedesco per le ricerche di mercato Markit che martedì ha pubblicato i propri indici di luglio. Pari a 44,1 punti quello riguardante il livello continentale degli acquisti. Gli analisti ritengono che questa cifra sotto i 50 punti sia il segnale di cali nella produzione. Una diagnosi condivisa dalla Commerzbank. L´istituto tedesco ritiene infatti che “la fine della recessione in Eurolandia non sia ancora in vista”. I dati di Markit rilanciano la probabilità di un nuovo calo del costo del denaro da parte della Bce. Anche in Germania la congiuntura potrebbe raffreddarsi a breve. Markit sottolinea che il livello generale dell’economia di Berlino è pari a 48,5, il più basso degli ultimi tre anni.
 
Ancora più allarmante quello dell’industria calato a 44,7 punti. “La discesa dell’economia tedesca si è leggermente accentuata a luglio, anche se la produzione è ancora in crescita” scrive l’istituto. Alla base della flessione l’indebolimento dell’export di Berlino causato dalle difficoltà della zona euro. Commerzbank si attende che nella seconda metà dell’anno in Germania la crescita potrebbe fermarsi. Anche sull’orizzonte economico francese si addensano nuvole. Una ricerca dell´istituto di Francoforte, DZ Bank, rivela che il 71 percento dei 1001 rappresentanti della media imprenditoria di Parigi intervistati,  ritiene che la crisi si trasformerà in una recessione europea generalizzata. Una diagnosi esclusa però dal presidente della Bce, Mario Draghi, in una recente intervista al quotidiano Le Monde. La Banca Centrale europea ritiene comunque che nel 2012 la produzione della zona euro calerà leggermente.

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