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Ferrari: “Il problema del settore automobilistico è la Fiat”

Il nuovo piano di incentivi con 1,8 miliardi di euro per l’industria dell’auto in Francia non è affatto una ricetta infallibile per combattere la crisi del settore. Questa è l’opinione dell’esperto Ernest Ferrari, autore del blog http://www.ernestferrarifirst.com, che considera come unica novità gli incentivi per la fabbricazione di automobili ibride ed elettriche.
 
“Ma la quota di produzione di questa tipologia di macchine a basso inquinamento è limitata, potrebbe raggiungere soltanto il 10% del totale del mercato. Lo stimolo per la crescita di questo settore è interessante ma non garantisce che risolverà la grave crisi che sta attraversando”, ha detto Ferrari.
 
In quanto al caso italiano, l’analista sostiene che le prospettive sono totalmente negative. Ricorda che Sergio Marchionne, dirigente della Fiat, aveva avvertito che se si fosse mantenuto questo andamento l’azienda sarebbe stata costretta a chiudere uno stabilimento. Ferrari sottolinea invece che rimarrà aperto soltanto uno stabilimento. “La catena di montaggio ha una capacità di produrre 1.400.000 macchine. Oggi si fanno solo 400 mila vetture. La Fiat è in over capacità, segno di una profonda crisi che non sarà facile di superare”, ha detto Ferrari.
 
E quale sarebbe una possibile soluzione? Secondo l’esperto nel caso italiano il problema principale è che la crisi del settore è legata all’unico produttore, la Fiat, che è riuscita a fare poco per sollevarsi. Ci sono pochi modelli competitivi e il fenomeno della delocalizzazione è un flagello continuo. “La Fiat è andata in Serbia perché lì le condizioni di montaggio sono eccezionali. Ci sono intenzioni di sviluppo in Cina, Brasile e America del nord, ma le scelte non sostengono la crescita della produzione in Italia”, spiega Ferrari. Poi ricorda che del progetto “Fabbrica Italia”, diffuso due anni fa, oggi non se ne parla nemmeno.
 
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