Un gruppo di intellettuali ha firmato un appello, stando ai titoli dei media, sul “furto di informazione” o sul “pensiero unico che uccide la democrazia” (vedi infra). Un appello che muove una durissima critica ai rappresentanti delle Istituzioni italiane e comunitarie.
Se ho ben compreso il documento, all´origine c´è la considerazione che la teoria economica neoliberale:
“una teoria controversa, da molti ritenuta corresponsabile della crisi (perché concausa degli eccessi speculativi e degli squilibri strutturali nella divisione internazionale del lavoro e nella distribuzione della ricchezza sociale), è assunta e presentata come auto-evidente, sottraendo a milioni di cittadini la nozione della sua opinabilità e impedendo la formazione di un consenso informato, presupposto della sovranità democratica”.
Vero è, però, che “le scelte delle autorità comunitarie e dei governi europei” sulla crisi non sono soggette alla volontà popolare.
In Italia, il Fiscal compact è stato approvato dal Parlamento, così come tutti i Trattati.
I cittadini italiani non hanno mai avuto modo e occasione di pronunciarsi sull’Unione europea.
Più che di furto dell’informazione si dovrebbe, allora, parlare di furto di sovranità.
Non discuto la legalità del processo di costruzione dell’Unione, ma la sua legittimazione democratica.
E’ da qui che, a mio avviso, occorrerebbe ripartire affinché la tecnocratica Unione europea (paradossalmente) si evolva in una più democratica Comunità europa (aml)
Ecco il testo dell´appello tratto dal sito di Micromega:
“La politica è scontro d’interessi, e la gestione di questa crisi economica e sociale non fa eccezione. Ma una particolarità c’è, e configura, a nostro avviso, una grave lesione della democrazia. Il modo in cui si parla della crisi costituisce una sistematica deformazione della realtà e una intollerabile sottrazione di informazioni a danno dell’opinione pubblica. Le scelte delle autorità comunitarie e dei governi europei, all’origine di un attacco alle condizioni di vita e di lavoro e ai diritti sociali delle popolazioni che non ha precedenti nel secondo dopoguerra, vengono rappresentate, non soltanto dalle forze politiche che le condividono (e ciò è comprensibile), ma anche dai maggiori mezzi d’informazione (ivi compreso il servizio pubblico), come comportamenti obbligati («non-scelte»), immediatamente determinati da una crisi a sua volta raffigurata come conseguenza dell’eccessiva generosità dei livelli retributivi e dei sistemi pubblici di welfare». Viene nascosto all’opinione pubblica che, lungi dall’essere un’evidenza, tale rappresentazione riflette un punto di vista ben definito (quello della teoria economica neoliberale), oggetto di severe critiche da parte di economisti non meno autorevoli dei suoi sostenitori. Così, una teoria controversa, da molti ritenuta corresponsabile della crisi (perché concausa degli eccessi speculativi e degli squilibri strutturali nella divisione internazionale del lavoro e nella distribuzione della ricchezza sociale), è assunta e presentata come auto-evidente, sottraendo a milioni di cittadini la nozione della sua opinabilità e impedendo la formazione di un consenso informato, presupposto della sovranità democratica. Non possiamo sottacere che a rendere, a nostro giudizio, particolarmente grave tale stato di cose è il fatto che la sottrazione di informazione che riteniamo necessario denunciare coinvolge l’operato delle stesse più alte cariche dello Stato, alle quali la Costituzione attribuisce precise funzioni di garanzia e vincoli d’imparzialità.
Tutto ciò costituisce ai nostri occhi un attacco alla democrazia repubblicana di inaudita gravità, che ai pesantissimi effetti materiali della crisi e di una sua gestione politica volta a determinare una redistribuzione del potere e della ricchezza a beneficio della speculazione finanziaria e dei ceti più abbienti assomma un furto di informazione e di conoscenza gravido di devastanti conseguenze per la democrazia”.
Alberto Burgio, Mario Dogliani, Gianni Ferrara, Luciano Gallino, Giorgio Lunghini, Alfio Mastropaolo, Guido Rossi e Valentino Parlato