Anticipata da una lunga intervista al giornale Rossiskaja Gazeta, il quotidiano ufficiale della Mosca politica, la visita del presidente del consiglio italiano in Russia sembra aver raggiunto gran parte degli obiettivi che si prefiggeva. Primo su tutti impostare sui prevedibili binari interstatali e intergovernativi i rapporti tra Italia e Russia che ultimamente sembravano dipendere dal bello e cattivo tempo segnato nell’amicizia tra Silvio e Vladimir. Se tra i due uomini i legami erano e continuano ad essere sinceri e forti questo ovviamente risale anche al fatto che tra Roma e Mosca le relazioni sono profonde e antiche. Da sempre l’Italia è tra i principali partner economici e commerciali della Russia. Del resto la comunità italiana in Russia non è mai stata con le mani in mano e questo ha sempre portato stima a persone e strutture economiche e culturali del nostro paese che operano dentro i confini federali. La presentazione della Guida per gli operatori economici italiani nella Federazione, avvenuta lo scorso maggio nei locali dell’Ambasciata italiana, ne è la riprova, se le stesse personalità governative russe presenti all’evento hanno lodato il volume sperando di poterne vedere al più presto la traduzione nella lingua di Puskin e Dostoevskij.
Nuovo ruolo italiano in Europa
Il ritrovato ruolo italiano nell’Unione europea è motivo di attenzione in Russia. Se il grande paese slavo e ortodosso vorrà proseguire un realistico processo di modernizzazione non potrà che augurarsi l’approfondimento sia dell’integrazione economica europea che quella dei differenti sistemi sociali degli stati Ue. Tutti fattori messi in primo piano dal nostro presidente del consiglio nei vertici con le maggiori autorità di Mosca. La stabilizzazione continentale del resto avrà bisogno del sostegno russo. Un paese i cui ritmi di crescita, anche quando sono deboli come sarà per l’anno in corso, non scendono sotto il 3 percento. In questo senso va il richiamo di Monti “al significato dell’economia russa”. Il capo del governo di Roma ha infatti sottolineato che per superare definitivamente la propria crisi finanziaria il vecchio continente dovrà puntare “all’economia reale”.
Nella città sulle coste del mar Nero il presidente russo ha ricordato al primo ministro italiano i “tempi difficili” dell’economia globale e “le particolarità della situazione europea”. Vladimir Putin citando cifre seducenti, aumento del 25 percento pari 45,9 miliardi di dollari degli scambi commerciali tra Roma e Mosca ha però ribadito che “nonostante le turbolenze attuali nessun progetto comune italo-russo è stato abbandonato”. Al contrario tutti si “sviluppano con successo”.
Si rafforzano i legami tra Roma e MoscaA conferma di tali prospettive vi sono gli accordi sottoscritti dalle imprese italiane alla presenza dei leader italiani e russi. Technit, Poste italiane e Selex Elsag, Sukhoi, Eni, Rizzani de Eccher, Intesa San Paolo, queste le aziende attraverso le quali l’alleanza tra Italia e Russia si rafforza.
Technit è stata scelta da Mosca per realizzare un prototipo per abbattere del 95% le emissioni di zolfo nella produzione di nickel, palladio e altri metalli. Selex Elsag, società del gruppo Finmeccanica, fornirà a Poste Russia tecnologie e know-how per la rete dei 42mila uffici della posta federale. Ai friuliani Rizzani de Eccher, il compito di riqualificare l’aerea adiacente lo stadio della Dinamo di Mosca in vista dei mondiali di calcio del 2018. Un lavoro che Eccher intende portare a termine utilizzando una cordata finanziaria formata da Cassa Depositi e prestiti, Intesa San Paolo, SocGen eKfW Ipex-Bank. Insieme all’istituto russo Vtb gli italiani hanno concordato finanziamenti per 500 milioni di euro garantiti dell’agenzia italiana di credito all’export Sace. Oltre alle infrastrutture calcistiche della capitale russa, il gruppo friulano darà vita a complessi alberghieri e poli turistici nel distretto del Caucaso del Nord, alle spalle di Sochi. Attraverso San Paolo e Gazprombank vedrà la luce una joint-venture, 300 milioni gli euro sottoscritti, per investimenti di private equity. Ultimo ma non meno importante, mentre Eni e Rosneft hanno fatto il primo passo verso la realizzazione dell’alleanza strategica sottoscritta ad aprile, Putin ha riaffermato la road map che dovrà portare alla nascita del gasdotto South Stream. Un impegno energetico cui si accompagnano i lavori tra Cane a sei zampe e prima compagnia petrolifera russa. Le due strutture esploreranno parti del mar Nero e di quello di Barents per scoprire nuovi giacimenti di petrolio e gas.