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Kurili, riesplode l’eterna querelle tra Russia e Giappone

Giappone e Russia di nuovo ai ferri corti per la sovranità di parte delle isole Kurili. E ancora una volta è stato Dimitry Medvedev ad appiccare il fuoco alle polveri. Martedì nel corso di un viaggio nell’estremo oriente federale iniziato il giorno prima, il primo ministro di Mosca ha messo piede su territori rivendicati da Tokio, ripetendo quanto fatto da presidente nel novembre 2010.
La seconda volta dal 2010Questa volta è stata la visita ai cantieri navali nell’insenatura Juschno-Kurilskaja seguita dal saluto ai lavoratori del porto dove sono in corso i lavori per la costruzione di punti doganali e di frontiera a dar vita all’ennesimo faccia a faccia tra i due paesi. Una tensione cui non vede essere stata estranea l’ironia del primo ministro russo. Rispondendo a un locale che gli faceva notare come si trattasse della seconda volta in poco tempo che un alto dirigente russo metteva piede delle Kurili, Medevedev ribadiva il proverbiale “non c’è due senza tre”. Uno sberleffo aggravato dal fatto che prima di Medvedev nessun esponente dell’amministrazione di Mosca aveva messo piede sulle terre oggetto di discordia tra i due paesi. Comprensibile dunque l’irritazione dell’Impero del sol levante e la convocazione al ministero degli Esteri dell’ambasciatore russo, Evgeny Afanasiev. Il diplomatico di Mosca si è visto snocciolare tutto il rammarico dei nipponici per una “una visita che raffredda l’atmosfera positiva sviluppatasi recentemente nei rapporti tra i due paesi”. Per quanto netto il disappunto di Tokio è però lontano dal giudizio dato alla prima visita di Medvedev. Nel 2010 il primo ministro nipponico aveva infatti bollato il comportamento dell’allora capo di stato come una “villania”. Altrettanto poco conciliante nella sua risposta Mosca definiva il proprio comportamento come quello di uno stato sovrano indipendente dalle reazioni giapponesi.Contrasti che impediscono il trattato di paceTokio rivendica per se le isole Iturup, Kunaschir, Schikotan e Habomai dell’arcipelago Kurili richiamandosi a un trattato bilaterale su commercio e frontiere del 1855. L’incapacità di risolvere la questione ha fatto si che i due paesi non abbiano ancora firmato il tratto di pace successivamente alla seconda guerra mondiale. Secondo Mosca la conclusione del conflitto aveva sancito il passaggio sotto sovranità sovietica dei territori. Il Cremlino non ha dubbi sul fatto che il diritto internazionale, sancendo la Russia come stato successore dell’Urss, abbia trasferito alla Federazione i diritti vantati in precedenza dall’istituzione comunista. Per superare gli attuali contrasti Mosca prospetta una forma di cooperazione tra i due paesi riguardo lo sviluppo regionale. La condizione posta dal Cremlino è che il Giappone abbandoni le sue rivendicazioni per dare priorità a una crescita economica vantaggiosa per tutti.

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