Sarà l’ultima come quella di Zeno Cosini fumatore fedele? Sicuramente saranno tempi duri per i fumatori dell’Ue visto che le istituzioni stanno intensificando la lotta alle sigarette, responsabili di 695mila decessi all’anno nei 27 Paesi. Quella europea è una politica articolata che si inquadra nella convenzione dell’Organizzazione mondiale della sanità per la lotta al tabagismo, entrata in vigore nel 2005, e che fissa linee-guida sulla pubblicità delle sigarette, la fiscalità, l’etichettatura dei pacchetti.
Oltre al divieto di pubblicità adottato nel 2003, nel 2009 il Consiglio dell’Ue ha adottato una raccomandazione su ambienti senza fumo per sollecitare gli Stati membri ad adottare e attuare normative per tutelare i cittadini dall’esposizione al fumo di tabacco negli spazi pubblici chiusi, sul posto di lavoro e nei trasporti pubblici (con Sirchia abbiamo praticamente battuto tutti sui tempi).
Nel 2011 la Commissione ha avviato la campagna promozionale dal titolo “Gli ex fumatori sono inarrestabili” per sottolineare le conseguenze negative per la salute legate al fumo, ai benefici positivi legati al fatto di diventare un “ex fumatore” (sicuramente un beneficio per le incerte finanze personali, considerando l’incidenza sempre brillante delle tasse sulle sigarette).
E nel 2012 sempre la Commissione dovrebbe proporre una revisione della direttiva che, nel 2001, ha provato ad armonizzare le leggi, i regolamenti e le disposizioni amministrative degli Stati dell’Ue introducendo nuove disposizioni in materia di etichettatura (es. dimensione delle avvertenze sanitarie), produzione (es. riduzione del catrame) e vendita dei prodotti del tabacco (es. già privata dei classici strumenti pubblicitari).
Dal documento di consultazione redatto dalla Commissione, la direzione potrebbe essere quella di introdurre un pacchetto generico (rendendo omogenei le confezioni di tutti i produttori che saranno caratterizzati da un colore neutro e sui quali si potrà leggere soltanto il nome del marchio con caratteri e colore uniformi), di aumentare lo spazio dedicato alle avvertenze sanitarie introducendo avvertenze per immagini (forse noi italiani abbiamo già fatto anticorpi con le pubblicità di Oliviero Toscani), di vietare l’esposizione delle sigarette all’interno dei punti vendita (considerando le regole sul pacchetto generico, l’espositore sarebbe una superficie di colore neutro continuo che sarebbe in sé dissuasore perfetto).
Le idee della Commissione sono già state commentate da oltre 80mila tra cittadini, imprese e istituzioni, ma il giro di vite proposto è rafforzato da un’indagine Ue sugli atteggiamenti dei cittadini europei nei confronti del tabacco secondo la quale: il numero di sigarette fumate quotidianamente è in calo, metà della popolazione dell’Ue non ha mai fumato, il 61% dei fumatori attuali ha già tentato di smettere di fumare, il 73% dei cittadini dell’Ue è a favore dell’introduzione di elementi di sicurezza per ridurre il traffico illecito di sigarette, anche se ciò finirà per rendere più costose le sigarette, il 33% dei fumatori e degli ex fumatori nell’Ue afferma che gli avvertimenti sanitari sulle confezioni del tabacco hanno/hanno avuto un impatto sui loro atteggiamenti e comportamenti nei confronti del fumo.
Chissà, il protagonista del romanzo di Aron Ettore Schmitz potrebbe trovare rifugio in un buon bicchiere di vino. Ma sapete, si dice che anche l’alcol sia responsabile di qualche decesso e forse un giorno, nell’Ue, su etichette color neutro le immagini delle avvertenze sanitarie prenderanno il sopravvento sul nome della cantina e, strizzando gli occhi, riusciremo a capire se quello che stiamo per bere è un Tocai o un Merlot.