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Chi è Alex Schwazer, da Vipiteno all’oro di Pechino

“In molti mi chiedono come ci si prepara ai Giochi Olimpici: semplice, allenandosi, allenandosi e allenandosi ancora”.
Suona quasi ironica e amara la frase nell’homepage del sito ufficiale di Alex Schwazer, il marciatore medaglia d’oro nella 50km a Pechino che è stato cacciato dal Coni e non potrà partecipare ai Giochi olimpici di Londra per doping. Eppure, nonostante oggi sia il giorno dello choc e delle critiche feroci, siamo sicuri che è sempre stato così per lui. Dai prati di Vipiteno in Trentino Alto Adige, dove è nato 27 anni fa, Alex ha scelto questa disciplina relativamente tardi, solo nella categoria allievi. Prima aveva praticato sci, hockey sul ghiaccio fino all’amore per il fondo scoperto sui campi da calcio.
 
Ma i successi sono arrivati subito. Nel 2005 ha vinto i Campionati italiani nella gara dei 50 km. Sempre nella 50 km ha conquistato la medaglia di bronzo ai Campionati del mondo di atletica leggera di Helsinki 2005, con il tempo di 3h41´54″, stabilendo il nuovo primato italiano. Nel 2007 è di nuovo bronzo a Osaka mentre la medaglia diventa oro, facendo entrare Schwazer nella storia alle Olimpiadi di Pechino nel 2008 dove ha vinto il titolo nella 50 km di marcia stabilendo il record olimpico in 3h37´09″. In Italia è subito uno degli atleti più popolari, diventa testimonial della Kinder e fa notizia anche per il suo fidanzamento con la pattinatrice Carolina Kostner.
 
Allenato dal tecnico Michele Didoni (campione del mondo della 20 km di marcia nel 1995), in precedenza era seguito presso la scuola mondiale di marcia, con sede a Saluzzo, dal tecnico Sandro Damilano.
Da campione olimpico in carica, voleva difendere la sua medaglia a Londra 2012, nella 50km. in programma sabato. Un peso che si è rivelato troppo grande, come ha rivelato lui stesso all’Ansa: “Ho sbagliato, adesso la mia carriera è finita. Meglio che non mi chieda come sto, ho sbagliato…Volevo essere più forte per questa Olimpiade, ho sbagliato”. Davvero, un peccato per lo sport italiano ma soprattutto per lui. Perché tutta la tenacia, costanza, passione che l’altoatesino ha messo nel marciare ore e ore fino ad arrivare sul tetto del mondo saranno vanificate per sempre da questa macchia.


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