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Se tornano le convergenze parallele

I tempi di Aldo Moro sono lontani e la grandissima parte dei frequentatori della rete ignora chi sia stato e cosa ha rappresentato lo statista democristiano. Più probabile che abbiano sentito usare l´efficacissima formula retorica delle “convergenze parallele”, impossibili nella geometria ma più probabili nello spazio indefinito della politica.
 
Ci risiamo. Questa volta (ancora) a incontrarsi da sponde opposte sono i movimenti antagonisti alla Grillo e i media dell´area governativa di opposizione (!!) che fanno riferimento all´ex premier Silvio Berlusconi. Luogo di ritrovo è il Quirinale e bersaglio è, evidentemente, il suo più illustre inquilino. Le ragioni sono persino banali. Giorgio Napolitano, con la sua correttezza ed autorevolezza, è stato il perno su cui le istituzioni repubblicane del nostro Paese hanno retto in un momento difficilissimo in cui crisi politica e crisi finanziaria potevano avere effetti devastanti. Il capo dello Stato ha evitato la deriva e da presidente è divenuto nell´immaginario giornalistico “Re”. Poichè questa funzione di pivot è stata svolta con grande equilibrio, ha determinato malcontenti.
 
Sono rimasti delusi i berlusconiani perché il loro leader non è più a Palazzo Chigi. Sono rimasti con l´amaro in bocca gli antiberlusconiani perché già pregustavano la loro ascesa al potere con tanto di Terrore di giacobiniana memoria. Se a questo aggiungiamo la tendenza nazionale al regicidio, i conti tornano perfettamente. Noi naturalmente non sappiamo se e con chi Napolitano ha parlato e cosa ha detto. Non ce ne può fregare di meno, come si dice nella Capitale. Giorgio Napolitano è il presidente della nostra Repubblica e non possiamo che essere grati di quello che ha fatto e fa nella sua (non semplicissima) funzione.
 
Che Grillo e Berlusconi si ritrovino su posizioni analoghe non è la prima né l´ultima volta, c´è da scommetterci. Il populismo che Napolitano ha contrastato per rispetto della Costituzione reagisce nel modo che gli è più coerente. Gli italiani possono avere perso la memoria di giganti (e martiri) come Aldo Moro ma riconoscono la distinzione fra uomini delle istituzioni e uomini dello spettacolo. Le convergenze parallele di oggi sono solo una triste e comica brutta copia di quelle del passato.

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