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Bengasi: così la stampa estera valuta l’attentato

La morte violenta di quattro diplomatici americani al consolato di Bengasi “ha sconvolto Washington”, può “avvelenare le relazioni tra America e Libia e troncare le speranze dell’opinione pubblica americana sugli effetti democratici della rivoluzione araba”, osserva il New York Times rilevando come gli avvenimenti libici rappresentino nuove sfide per l´instabilità Medio orientale a meno di due mesi dalle presidenziali americane.Il Washington Post ritiene l´attacco pianificato, mentre il Los Angeles Times ricordando la perdita di un funzionario modello, un diplomatico tornato al suo posto di lavoro, ricorda che gli omicidi di ieri riportano in primo piano le tensioni nella Libia post Gheddafi.L´attentato provocato dalla misteriosa messa on line di un film sberleffo su Maometto e la sua vita privata, piomba  nelle presidenziali Usa dopo una dichiarazione di Mitt Romney che “indigna” la Casa Bianca. Lo staff di Obama accusa il candidato repubblicano per cercare di trarre profitto dalla tragedia di Bengasi. L´ex governatore del Massachusetts criticato anche da esponenti del proprio partito. In un commento il Nyt afferma che gli Stati Uniti debbono continuare a stare a sostenere le forze democratiche di Tripoli. Il Washington Post sottolinea che anche nel caso in cui gli attacchi libici ed egiziani fossero ricondotti ai gruppi salafisti frustrati dai successi elettorali dell´islam moderato, ciò non cancella le responsabilità dei governi locali.Le Monde ricorda Christopher Stevens dando conto delle reazioni globali alla morte del diplomatico Usa. Le Figaro presentando la galassia salafita di Bengasi, i gruppi egiziani che si richiamano alla stessa dottrina e la ripresa delle violenze settarie in Iraq non ritiene che la regione stia scivolando in un “inverno arabo”. Più pessimista El Pais. Per il giornale di Madrid che mette in prima pagina l´invio di marines e due navi da guerra Usa in Libia il salafismo sta proiettando la sua ombra cupa sulla primavera araba. La Neue Zürcher Zeitung riprende il ritratto del pastore Terry Jones, il fondamentalista americano del rogo pubblico del Corano e riflette sul ruolo esplosivo assunto dalle religioni.Anche la Nezavisimaja Gazeta ricostruisce le vicende mediorientali di ieri accusando il fondamentalismo salafista. Kommersant scrive invece che la rivoluzione libica sta divorando i propri figli. La posizione russa è presentata dal New York Times in un pezzo dove si raccolgono dichiarazioni passate e presenti di diplomatici di Mosca riassumibile nella frase “ve lo avevamo detto“. Il giornale ritiene che quanto successo ieri a Bengasi e al Cairo rafforzerà l´intransigenza del Cremlino sulla Siria.  
 
Il viaggio del papa in Libano, il primo in Medio oriente dall´esplosione della primavera araba, e le speranze delle minoranze cristiane della regione occupano le pagine della Nzz. In un intervista le Monde l´ex primo ministro di Beirut, Saad Harir, chiede il sostegno internazionale alla rivoluzione siriana e maggiori sforzi in questo senso dalla Francia.
 
Le decisioni di ieri della Corte suprema di Karlsruhe, condensate nella formula, si ma…, dalla Frankfurter Allgemeine Zeitung riaprono la querelle della politica europea di Merkel. Secondo la Nzz oltre alla cancelliera sono i socialdemocratici della Spd a dover fare giochi di equilibrio per dar prova di coerenza. E´ ora venuto il momento che la Germania si apra a un vero dibattito europeo sottolinea il giornale di Francoforte.       


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