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Bernanke, salvatore degli Usa o artefice della crisi?

Tutti i monetaristi sono d’accordo su un punto: la Federal Reserve degli Usa ha causato “La grande recessione”.
 
Secondo quanto si legge su Business Insider, nell’articolo di Ambrose Evans-Pritchard, giornalista di The Telegraph, il governatore della Fed, Ben Bernanke, ha mantenuto una politica troppo stretta agli inizi della recessione.
 
La si chiami pure “Bernanke Depression” se si vuole, un’espressione che sta acquistando favore tra alcune élite. La messa in stato d’accusa è un po’ ingiusta – ricorda Business Insider – la Bce ha agito in modo peggiore. L’Istituto di Francoforte ha aumentato i tassi fino allo shock petrolifero deflazionistico nell’agosto del 2008, e ha peggiorato la corsa sul dollaro che ha ristretto le azioni della Fed.
 
C’era poco spazio di manovra per Bernanke per agire sulle cause più profonde della crisi, ma tre pesanti libri addossano tutta la responsabilità alla Fed: “´Great Recession” di Robert Hetzel, un alto funzionario della Fed di Richmond, “Money in a Free Society´ di Tim Congdon dell’International Monetary Research e “Boom and Bust Banking: The Causes and Cures of the Great Recession”di David Beckworth della Western Kentucky University.
 
I monetaristi di ogni latitudine concordano su un punto. Bernanke ha dato una svolta a un punto cruciale. Fortunatamente, i suoi studi sulla Grande Depressione l’hanno avvisato sui pericoli che ne sarebbero seguiti, e abbiamo dunque evitato un sequel del 1931 di lì in poi.

Meno chiaro è se la la decisione di lanciare una terza raffica di Quantitative Easing a questo punto sia saggia.
 
Simon Ward, di Henderson Global Investors, sostiene che la Fed stia commettendo un’altra bestialità“pro-ciclica”, dando gas all’economia proprio quando l’offerta di moneta sta riprendendo vita. “La decisione della Fed di lanciare QE3 è nel migliore dei casi superflua e nel peggiore destabilizzante”, ha commentato.
 
Il QE3 di Bernanke aggiungerà ulteriori 40 miliardi di dollari al mese comprando mortgage bond. Uno scambio nelle scadenze significa che la rete di stimolo all’aggregato M3 sarà di circa 70 miliardi al mese. Questa è un’operazione di fine tuning. E’davvero diverso da un taglio degli interessi di mezzo punto?
 
Il tentativo di Bernanke di abbassare il costo del denaro è in conflitto con l’ortodossia monetarista. Bill Woolsey, di Monetary Freedom, osserva che un QE di successo dovrebbe causare un aumento dei tassi, non un calo, perché l’obiettivo di questa politica è mettere fondi nelle mani delle società che investono, spendendo in macchinari e nell’espansione dell’economia reale.
 
La maggior parte delle critiche contro Ben Bernanke e il QE3 è scialba, per non dire completa spazzatura, secondo l’articolo di Business Insider. La vera obiezione è che Bernanke non è un monetarista, non ha interesse nella moneta e ignora sistematicamente i suoi segnali d’allarme, tuttavia controlla la leva monetaria più importante del mondo. Come risultato, farà sicuramente altri errori. Parola di monetaristi.


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