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Cari Silvio e Luca, unitevi in “Forza Italia Futura”

La lettura dell’articolo “Il ritorno di fiamma tra Montezemolo e Berlusconi” su Formiche.net mi induce ad alcune personalissime considerazioni di fondo e di pratiche opportunità.
 
Onde fugare ogni possibile malinteso, premetto che sì, sono tra i tanti delusi dalla promessa fatta a suo tempo da Silvio Berlusconi: quella annunciata e non mantenuta rivoluzione liberale che non si è mai realizzata. In sintesi: un fallimento del suo progetto politico. Sono state scritte innumerevoli pagine su questo argomento, inutile tornarci ancora.
 
Occorre andare oltre, guardare al futuro. Il fattore “tempo a disposizione” non deve essere scioccamente trascurato in sterili discussioni. Ho aderito a Italia Futura sin dalle sue origini, vedendo nella creatura del Presidente Montezemolo una reale opportunità d’espressione di quei valori condivisi dalla maggioranza degli Italiani. In questi anni ho contribuito e contribuisco, nell’ambito delle mie possibilità, al percorso di radicamento nel territorio. In questa mia azione, specialmente in Lombardia, ho incontrato insieme agli amici coinvolti nell’organizzazione di Italia Futura Lombardia, tantissime persone, molte delle quali vicine a quegli ideali professati da Silvio Berlusconi al tempo della sua “discesa in campo”. Gente delusa e smarrita che ha manifestato la propria rabbia non andando a votare alle recenti Amministrative o, addirittura, esprimendo un voto di protesta. D’altronde è notorio che laddove c’è un vuoto.. qualcuno lo riempie.
 
E’ il popolo dei moderati, liberali e riformisti che in termini di elettorato rappresenta ancora la maggioranza degli italiani. Il popolo delle imprese, in particolare delle piccole e medie, dei cittadini che non vogliono uno Stato così pervasivo, che non vivono di sussidi ma credono nel merito, nella mobilità sociale e nella sussidiarietà, quella vera…
 
Valori in origine espressi dal movimento di Silvio Berlusconi, oggi rappresentati nei contenuti più volte enunciati da Italia Futura in occasione di articoli e convegni. Ma restano valori condivisi nell’elettorato. Il punto chiave è che per realizzarli, occorre essere nelle sedi opportune, ovvero laddove è possibile attuare il cambiamento: in Parlamento. Ed occorre esserci in maggioranza, non con una minoritaria schiera di parlamentari come è il rischio che oggi si corre. Alcuni movimenti vicini a Italia Futura, sebbene dotti e preparati, rischiano di non farsi capire dalla gente: come ben sanno gli esperti studiosi della politica, alcuni messaggi piacciono molto ai giornali ed ai circoli intellettuali, ma rischiano di non arrivare alla pancia della gente.
 
Berlusconi ha commesso molti errori? Certamente. Ma non dobbiamo confondere i principi con l’azione. Tutto ciò, a mio avviso, non ha nulla a che vedere con l’opportunità di realizzare il progetto liberale e riformatore. C’è il modo di farlo, consegnando il testimone a Montezemolo, l’unico leader che rappresenta oggi le istanze di quel popolo, indipendentemente dalla suo impegno diretto nell’arena politica.
 
Quindi, il mio personale auspicio, dato che peraltro si trovano reciprocamente simpatici, è che i due si parlino, evidenziando le convergenze e superando gli ostacoli del passato berlusconiano. Il rischio di vincere le elezioni sarebbe nel caso molto, molto probabile. E il Paese ne gioverebbe.+
 
Romano Perissinotto
Socio fondatore del Comitato promotore di IF Lombardia e consigliere nel direttivo

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