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Caso Sallusti: giudizio ignobile, giudici innominabili

“Ecco chi sono le toghe del verdetto scandalo”. Il titolo de “Il Giornale” online corona un articolo sui presunti fatti e misfatti della biografia del collegio di magistrati della Cassazione che ha emesso la sentenza sul direttore di “Libero” Alessandro Sallusti.
 
Mi sorprende che proprio la stampa, che rivendicando la libertà di opinione per censurare le condanne che hanno colpito Sallusti giunge a richiedere la riforma del codice penale, non si renda conto che, passando dal piano dei principi a quello della realtà effettuale, la campagna da culturale diviene politica (politique policienne).
 
Se si ritiene che i magistrati non siano stati imparziali non si dovrebbe invocare la riforma della legge penale. Quest’ultima si giustifica solo se il caso Sallusti abbia mostrato un vizio della disciplina (valevole per tutti). Non si può richiedere la modifica della legge per sanare una sua impropria applicazione. Sono altri gli strumenti per reagire ad un abuso. Diversamente, oltre ad avere una sentenza ad personam avremmo una legge ad personam.

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