Impossibile trovare una sua foto su Google. Potrà sembrare un dettaglio ma non lo è. Un alone di mistero e segretezza avvolge la figura di Marco Carrai, una delle persone più vicine a Matteo Renzi politico ma, soprattutto, uomo.
L’imprenditore di Greve in Chianti non è semplicemente un membro dell’entourage più stretto del neo candidato alle primarie del Partito Democratico ma è uno dei suoi migliori amici. I due si conoscono da quando erano giovani, sono coetanei, classe 1975, tra loro c’è complicità, stima, fiducia.
Sempre defilato, sempre difficile da trovare per sua scelta, Carrai ha però un ruolo fondamentale nel costruire la “narrazione” renziana. Oltre ad occuparsi della raccolta fondi, è una sorta di “pr” ad alto livello per il Rottamatore del Pd. È lui ad aver introdotto personaggi di spicco dell’economia, della cultura, della nobiltà toscana e non solo a “Matteo”. Grazie alle sua rete di relazioni, Carrai ha presentato al sindaco di Firenze, solo per citare alcuni nomi, il vicepresidente di Unicredit Fabrizio Palenzona, il genio di Eataly Oscar Farinetti, l’economista Luigi Zingales, lo scrittore Alessandro Baricco.
Anche se Renzi negli anni si è sempre più laicizzato, è sempre Carrai a tessere relazioni con il mondo cattolico, in modo trasversale alle congregazioni delle fede e quindi mantenendo buoni rapporti sia con Comunione e Liberazione che con l’Opus Dei.
Il manager toscano vanta conoscenze importanti non solo tra le élite italiane. È sempre lui ad aver messo in contatto Renzi con l´ex primo ministro britannico laburista Tony Blair e con Michael Ledeen, animatore del think tank repubblicano American Enterprise Institute.
Carrai ha aperto al primo cittadino di Firenze un universo variegato e influente di personalità che ha arricchito il suo background e aumentato la sua credibilità anche a livello internazionale.
Ma come fa un imprenditore di un paesino alle porte di Firenze ad avere relazioni con mezzo mondo, si chiedono in molti. Carrai è attualmente amministratore delegato di Firenze Parcheggi, un incarico che sembra riduttivo rispetto a ciò che sa fare meglio da sempre, e cioè tessere rapporti. A Firenze fanno notare però che di recente è entrato nel board della Fondazione dell’Ente Cassa di risparmio di Firenze, azionista di Intesa San Paolo con il 3.3%, una designazione che parla da sola.
Il giornalista del Corriere Fiorentino David Allegranti, nel suo libro “Matteo Renzi. Il rottamatore del Pd” (Editore Vallecchi 2011), lo ha definito il “Gianni Letta” del primo cittadino di Firenze. E quindi forse, come per Berlusconi, se non ci fosse Carrai, non ci sarebbe Renzi. Anche se quasi nessuno lo sa.