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Così la stampa francese giudica l’Hollande merkeliano

L’”io” presidenziale ha sostituito il “noi” della campagna presidenziale. Con questa sintesi perfetta, il direttore di Le Monde Erik Izraelewicz fotografa nel suo editoriale di prima pagina il cambio di rotta di Francois Hollande. Il suo passaggio dall’idealismo al realismo, dal socialismo al rigore di merkeliana memoria, con l’annuncio di una manovra “lacrime e sangue” da 30 miliardi di euro, non può che meravigliare e far discutere la Francia e non solo.
 
Mentre Le Figaro fa i conti in tasca alla classe media, il vero bersaglio della riforma secondo il quotidiano da sempre critico con il neo eletto presidente, la sua “agenda del risanamento” viene paragonata su Le Monde alla famosa “agenda 2010” dell’allora cancelliere tedesco Gerahard Schröder. Un programma di riforme radicali sul mercato del lavoro lanciato all’inizio del nuovo millennio i cui benefici si fanno sentire ancora oggi nel Paese. Schröder pagò in prima persona quelle misure impopolari tre anni dopo quando la sua coalizione perse le elezioni regionali. Hollande, scrive Izraelewicz, “ha dalla sua parte cinque anni e tutti i poteri o quasi”. Un periodo in cui può chiarire e attuare con fermezza le riforme radicali che servono per raddrizzare la competitività francese.
 
Hervé Gattegno del settimanale Le Point invece critica la politica di Hollande che si è rivelata “differente da quella che aveva promesso” in campagna elettorale dove ha fatto la scelta calcolata di nascondere la situazione reale per non compromettere la sua elezione. Hollande, scrive Gattegno, ha sacrificato la morale politica all’efficacia elettorale. Una strategia che al giornalista ricorda lo Chirac del 1995 che faceva campagna elettorale contro la “frattura sociale” salvo poi imporre misure rigoriste.
 
“Questa manovra porterà la Francia a diventare il Paese con maggiore pressione tributaria al mondo”, commenta dall’Italia per Formiche.net Giuseppe Pennisi, consigliere del Cnel e docente presso l’Università europea di Roma. “Hollande dovrebbe intervenire drasticamente sulla sanità e sulle spese militari, altissime oltralpe, e non sulle famiglie. Così facendo invece non fa altro che accentuare la recessione che sta colpendo tutt’Europa. È la direzione sbagliata”.


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